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10/Agosto/2016


Lo Zar, il Califfo ed il grande inciucio anomalo

- A big flirtation with anomalyes -


Seguendo con attenzione la conferenza stampa del 9 Agosto e ripensando alla politica di epurazione politica, della stampa, ed alla politica di repressione di chi non è perfettamente allineato balza agli occhi che una buona parte dei due sistemi si assomiglia in modo anomalo.

Erdogan assolutamente paranoico ed assetato di potere sulla via del grande califfato islamico , Putin, che furbescamente ha creato una "oligarchia alternante" , pure lui paranoico ed incollato alla sua poltrona di Zar, alla caccia della "grande Russia" e di uno Zar che non esiste più.

Ed ecco che allora Zar e Califfo si abbracciano, si baciano e si giurano eterna fedeltà e si augurano lunghi anni di prosperità.

Insomma inizia quello che nel vecchio gergo politico italiani si potrebbe definire "il grande inciucio".

Ovviamente con scambi di doni, più virtuali che reali...

Riapertura delle frontiere e degli scambi commerciali, che poi è ossigeno e valuta per entrambi, perché la Turchia campa con il gas russo e con i rimasugli del suo turismo, mentre Mosca ha necessità di una ben collaudata via del contrabbando per importare ed esportare una valanga di milioni di dollari di merci attualmente bloccati dall'embargo.

E poi gli eterni nuovi gasdotti verso la ricca Europa.

Ma non solo.

Erdogan , membro della NATO, che sempre di più lo emargina, flirta con i Russi contando sulle basi NATO operative in Turchia, ma ormai anche loro sulla via di un bel trasloco.

Grecia e la sua fetta di Cipro sono belle che pronte, disponibili e pure vicine.

Ed Erdogan pure cerca il ricatto con l'europa, con i suoi "migranti" ed l'eliminazione del visto necessario ai cittadini turchi per entrarci.

Ma forse Putin potrebbe fare un piccolo favore sia al Califfo che all'Europa.
Europa che, in cambio, potrebbe chiuderle un ulteriore occhio sulle repressioni dei kurdi e sul genocidio armeno.
Potrebbe accogliere nella grande Russia i Turchi - senza visto - e tutti i rifugiati ai quali Erdogan pare sia bello che pronto a dare un bel passaporto turco nuovo di zecca.

Dopotutto la Russia é molto più grande dell'Europa e molto meno abitata..
Insomma lo spazio non manca..
Anche per Nigeriani, Ivoriani, Senegalesi, Tunisini, Pakistani, Bengalesi, Irakeni, Siriani, sarebbe una bella esperienza..

Una nuova cultura, un nuovo paesaggio, aria pulita e clima frizzante.

E sono certo che in Russia troverebbero interessantissime opportunità di un lavoro immediato senza perdere anni in albergo con l'unica distrazione del Wi-Fi gratis, delle pedalate in bicicletta e di altre amenità del genere.

Togliere l'obbligo del visto ai Turchi diretti in Russia sarebbe un bel contentino per Erdogan visto che ormai ha quasi compreso che l'Europa non lo pagherà più per tenersi i profughi e che non permetterà di certo ai Turchi di entrarci senza visto..

Ovviamente gli abbracci e le promesse di nuova fedeltà e novello amore dureranno fino a Dicembre, perché poi arriverà il probabile terzo incomodo.

Sia che si chiami Trump oppure Hillary ..
anno nuovo vita nuova.
Ed il 2017 sarà tutto da gustare..

Perché, secondo voi, fra l'astuto giocatore di scacchi ed il rozzo giocatore di scopone ( che quando perde butta all'aria le carte e butta in galera l'avversario ) come andrà a finire ?

Magari che il terzo incomodo andrà a pigliarsi tutto ?..



Ma ricordiamo, ai più giovani, cos'è mai un bell'inciucio..

Che nulla ha a che fare con le chiacchere napoletane..

Il termine è entrato nel gergo della politica flirtation with anomalyes italiana in seguito all'uso errato che ne fece il giornalista Mino Fuccillo, in un'intervista a Massimo D'Alema per il quotidiano la Repubblica, il 28 ottobre 1995.

Da allora, "inciucio" è divenuto un termine comune per riferirsi a un accordo informale fra forze politiche di ideologie contrapposte che mette in atto un do ut des o addirittura una vera e propria spartizione del potere.

Nel caso italiano, un tacito patto di non-belligeranza sarebbe stato stipulato, secondo alcuni giornalisti, tra Massimo D'Alema, presidente dei Democratici di Sinistra, allora ancora segretario, e Silvio Berlusconi, durante una cena a casa di Gianni Letta, il cosiddetto patto della crostata (in riferimento al dolce preparato per quell'occasione dalla signora Letta).

Secondo questa versione, D'Alema si sarebbe impegnato a non fare andare in porto una legge sulla regolamentazione delle frequenze televisive:
a tale fine si sarebbe prestato l'allora presidente della ottava Commissione permanente del Senato, Claudio Petruccioli, non calendarizzando l'esame degli articoli del disegno di legge n. 1138 per tutta la XIII legislatura.

Tale legge infatti avrebbe costretto il gruppo Mediaset a vendere una delle proprie reti (in tal caso avrebbe scelto probabilmente la meno importante, Rete 4).

Inoltre, in quel periodo, Mediaset era in procinto di quotarsi in borsa, e una legge di quel calibro avrebbe fatto calare a picco il valore delle azioni.

L'eventuale prezzo che l'altro contraente (Silvio Berlusconi) avrebbe promesso come merce di scambio non è noto.

D'Alema bollò come "inciuci" (cioè pettegolezzi privi di fondamento) tali affermazioni.

A causa, probabilmente, della scarsa conoscenza dei dialetti meridionali da parte dell'intervistatore, al termine fu attribuito un significato distorto, che è poi quello per il quale oggi viene più frequentemente utilizzato.


( Giorgio Comerio )


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