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Il Racconto della Domenica - 14 Agosto 2016 -
Quinto episodio di: " Il caso Veronese " -

Dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità..
Sherlock Holmes

CAPITOLO 5

Sono sotto la doccia, dopo una giornata particolarmente impegnativa, quando l'odioso suono del cellulare comincia il suo tormento quotidiano.

Chiamano dall'Italia, in tutti i momenti della giornata, per motivi quasi sempre inutili e che spesso esulano dalle mie competenze.

Mi trovo a Quantico per una serie di conferenze e per degli aggiornamenti su nuove tecniche d'indagine.

Tra una cosa e l'altra passo almeno metà dell'anno negli Stati Uniti , sempre per gli stessi motivi:
conferenze e aggiornamenti che sembravano non avere mai fine.

La figura del Profiler comincia a diffondersi pure in Italia ed io, forse indegnamente, sono considerato il migliore.

Indubbiamente la mia specializzazione alla BAU ha il suo peso, più della competenza giuridica che mi ha costretto ad operare una scelta tra la toga ed il camice del ricercatore.

La profilazione criminale è uno strumento comportamentale e investigativo che dovrebbe servire ad aiutare gli investigatori a profilare soggetti criminali totalmente o parzialmente sconosciuti.

E con questi obiettivi principali:
a) fornire alle forze dell'ordine una valutazione socio-psicologica del criminale.

b) fornire suggerimenti e strategie per le indagini e, quando possibile, per gli interrogatori.

Nella criminologia moderna la profilazione criminale è considerata la terza corrente della scienza investigativa.

Secondo me lo studio del crimine stesso e della psiche del criminale sono evidenze empiriche basate in buona parte sul buon senso.

Spesso mi invitano dalle Procure ad intervenire su casi elementari che non necessitano affatto di procedure investigative particolari e che si potrebbero risolvere, appunto, facendo ricorso semplicemente al buon senso.

Ma il nostro carattere nazionale tende spesso a complicare le cose.
Per questo motivo le mie continue assenze dall'Italia, per altro adeguatamente ricompensate, mi sono particolarmente gradite.

La telefonata proviene direttamente dall'ufficio del Ministro dell'Interno e non consente repliche:
dei fatti particolarmente spaventosi e gravi sono accaduti in una città del Trentino, a Riva del Garda, e devo raggiungere immediatamente l'Italia.

Tralasciando qualsiasi impegno in corso in Virginia.

Impegni per la verità trascurabili che possono essere annullati senza rimorsi.

Addirittura un aereo militare è pronto ad accogliermi.

Qualcosa di quello che accaduto in Italia ho sentito, la CBS ha dato ampio risalto alle notizie che, mi dicono, si sono susseguite continuamente.

Le giornate alla BAU, tra conferenze incessanti, colazioni di lavoro e seminari devono avermi impedito di porre molta attenzione alle trasmissioni.

La sera, al rientro in hotel, ero troppo stanco anche soltanto per accendere la tv.

Comunque, deve essere qualcosa di veramente grave per richiedere con questa tempestività la mia presenza.

Il Learjet con le insegne della marina militare decolla dal JF. Kennedy puntualmente alle 21 ora italiana, a bordo, oltre ai due piloti, un sottotenente della marina con funzioni di hostess.

È molto carina, si chiama Claudia, mi offre da bere e mi racconta tutto.

Dunque, a Riva del Garda, una cittadina di poco più di sedicimila abitanti, pure se durante il periodo estivo i residenti quasi raddoppiano, dall'inizio dell'estate, metà luglio più o meno, aveva avuto inizio una serie di omicidi compiuti con una tecnica macabra.

Per quello che a Claudia era dato sapere, i corpi venivano decapitati e gli organi interni prelevati.

Tutta l'Italia era in fermento e tutta la regione del Trentino era terrorizzata.

Giustamente.

Le forze dell'ordine avevano effettuato tutte le indagini possibili e immaginabili ma senza venire a capo di nulla.
L'esercito aveva circondato la zona ed era molto improbabile che qualcuno potesse entrare o uscire dalla zona.

Approvai mentalmente la costituzione di un cordone sanitario.

Il jet atterra a Roma dopo otto ore esatte di volo.

Un'auto mi attende sotto la scaletta, direzione immediata Riva del Garda.

Dove non ero mai stato.

Un magistrato è a bordo, mi informa dei fatti in modo breve e succinto.

E' un uomo di poche parole ma quello che dice, oltre a quello che già sapevo, mi conduce in un mondo tenebroso e quasi sconosciuto.

Ho una certa abitudine ai crimini spaventosi, ne ho visti e sentiti di tutti i generi.

Ma quello che era accaduto, anzi che stava accadendo sul Lago di Garda superava ogni immaginazione.

Qualcosa mi dice che questa volta il buon senso, al quale faccio continuamente riferimento, non può bastare.

Per come si sono svolte le cose bisogna dare fondo alla fantasia.

Il magistrato mi informa che la Procura è quasi certa che si tratti di qualcuno residente a Riva, ma devo muovere la prima obiezione:
se nel periodo estivo i residenti aumentano in numero considerevole, perchè l'assassino o gli assassini non possono provenire da altre zone ?

L'ipotesi è stata ovviamente valutata, mi dice il magistrato il cui nome non ho capito al momento delle presentazioni, ma i nominativi di tutti gli ospiti dei vari hotel e B&B della zona sono stati attentamente esaminati e non è emerso nulla.

Arriviamo quasi all'ora di pranzo a Riva del Garda, la cosa che mi colpisce è la totale assenza di persone lungo il tragitto verso la sede della Procura.

Capisco perfettamente lo stato d'animo e la paura della gente per una cosa macabra, ignota e incomprensibile.

Il Procuratore capo insieme ai suoi sostituti mi accoglie, quasi a braccia aperte.

Non sanno a che santo votarsi.

Da quel momento in avanti dipenderanno da quello che dico, da quello che penso e da quello che faccio.

Una responsabilità enorme, i morti sono già decine e la strage non accenna a diminuire.

Anch'io sono certo che il mostro ucciderà ancora fino a quando non sarà catturato o ucciso a sua volta.

Negli annali della criminalità credo sia un caso unico, ci sono dei serial killer che hanno fatto fuori anche centinaia di persone nel corso della loro vita, ma le modalità omicide che sono state attuate qui sono diverse.

Mi viene in mente il compimento di qualche strano rito, non sono l'unico a pensarlo, quello che però non torna a proposito del rito, è l'improvviso inizio della serie di uccisioni.

Capisco che ogni cosa ha un inizio, e spero anche una fine, ma dei precedenti, delle cose considerate strane, in genere precedono questi accadimenti.

Andiamo a pranzo, data l'ora non c'è altro da fare. Mi informano che è stato appositamente costituito un ufficio e che da quel momento sarà la mia sede operativa.

Qualunque cosa mi occorra è a mia disposizione.

Ho bisogno di dormire qualche ora per smaltire il jet lag, mi accompagnano all'hotel, un'auto con autista mi aspetta all'ingresso.

Non faccio nemmeno la doccia.

Cerco di dormire subito ma i pensieri si accavallano.

Mi alzo più stanco di prima, solo una doccia gelata ha il potere di riportarmi alla realtà.

L'autista, un carabiniere che si chiama Francesco, mi conduce immediatamente in ufficio.
A parte gli ufficiali della polizia e dei carabinieri del RIS, che mi accolgono gentili e premurosi davanti all'immancabile caffè, sono presenti altre persone che mi vengono via via presentate:
Il dottor Carlo del Campo, ordinario di psichiatria presso l'università di Milano, la dottoressa Jenny von Paulus, americana, moglie di Carlo e direttore della clinica per malattie mentali "Aurora", che conosco perfettamente e il dottor Walter Veronese, ordinario di filosofia e storia antica, anche lui dell'università di Milano e della cui presenza non capisco la necessità.

Sono abituato alla schiettezza, a volte forse brutale.

Gli chiedo il motivo della sua presenza tra professionisti adatti al tentativo di risoluzione dei crimini.

La sua risposta mi convince, ha una sua teoria che vuole discutere con me.

Precisa che si tratta di qualcosa di assolutamente lontano dalla scienza e dalla realtà, ma tutto quello che è accaduto e che probabilmente continuerà ad accadere a Riva ha molto poco di scientifico e di reale.

Si instaura tra noi una corrente di amicizia e apprezzamento professionale. Sento che, insieme agli altri, sarà un eccellente alleato.

D'altronde avevo già deciso di abbandonare il buon senso.

Esaminiamo i casi e vediamo di ricomporli:
faccio presente che la profilazione criminale è un insieme di tecniche psicologiche volte ad identificare l'autore di reati sulla base della natura stessa dei reati e delle modalità di esecuzione.

È necessario esaminare i vari aspetti dei crimini che sono stati commessi a Riva, se sono stati determinati da scelte che l'assassino o gli assassini ha compiuto prima, durante e dopo la commissione dei reati, in modo da individuare una connessione con la personalità del criminale.

Per prima cosa decidiamo di riesaminare le scene del crimine, anche se ormai eventuali tracce sono state compromesse, le dichiarazioni dei testimoni per sviluppare una descrizione del delinquente si sono avute soltanto nel primo caso e del tutto contraddittorie.
Quindi inutili.

E' impossibile tracciare variabili demografiche, quali età, etnia e ubicazione geografica, mentre uguali sono gli schemi comportamentali.

... ( continua )..


Il QUIZ

Volete scoprire il colpevole ?
Volete partecipare al quiz ?
Nulla di più facile..
Uno di questi sarà il colpevole..
Basta inviare una email a: info@topbtw.com con il nome dell'assassino ed, ovviamente il vostro nome, cognome ed indirizzo..
I primi dieci che indovineranno il nome del colpevole avranno l'avventura di stare, per una giornata intiera, con l'editore di www.topbtw.com/
Ovviamente per parlare di letteratura, future collaborazioni, e di altre amenità del genere..
A loro assoluto rischio e pericolo..
L'incontro avverà a Mazara del Vallo - Sicilia - oppure altrove..
Quando e dove ?
Sarà la sorpresa svelata con l'ultimo episodio..
Buona lettura e.. buona caccia al colpevole!


( Eugenio Ardito )

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