CAPITOLO 5
Sono sotto la doccia, dopo una giornata
particolarmente impegnativa, quando
l'odioso suono del cellulare comincia il suo
tormento quotidiano.
Chiamano dall'Italia, in
tutti i momenti della giornata, per motivi
quasi sempre inutili e che spesso esulano
dalle mie competenze.
Mi trovo a Quantico
per una serie di conferenze e per degli
aggiornamenti su nuove tecniche d'indagine.
Tra una cosa e l'altra passo almeno metà
dell'anno negli Stati Uniti , sempre per gli
stessi motivi:
conferenze e aggiornamenti
che sembravano non avere mai fine.
La figura del Profiler comincia a diffondersi
pure in Italia ed io, forse indegnamente,
sono considerato il migliore.
Indubbiamente
la mia specializzazione alla BAU ha il suo
peso, più della competenza giuridica che mi
ha costretto ad operare una scelta tra la
toga ed il camice del ricercatore.
La
profilazione criminale è uno strumento
comportamentale e investigativo che
dovrebbe servire ad aiutare gli investigatori
a profilare soggetti criminali totalmente o
parzialmente sconosciuti.
E con questi
obiettivi principali:
a) fornire alle forze dell'ordine una
valutazione socio-psicologica del criminale.
b) fornire suggerimenti e strategie per le
indagini e, quando possibile, per gli
interrogatori.
Nella criminologia moderna la profilazione
criminale è considerata la terza corrente
della scienza investigativa.
Secondo me lo
studio del crimine stesso e della psiche del
criminale sono evidenze empiriche basate in
buona parte sul buon senso.
Spesso mi
invitano dalle Procure ad intervenire su casi
elementari che non necessitano affatto di
procedure investigative particolari e che si
potrebbero risolvere, appunto, facendo
ricorso semplicemente al buon senso.
Ma il
nostro carattere nazionale tende spesso a
complicare le cose.
Per questo motivo le mie
continue assenze dall'Italia, per altro
adeguatamente ricompensate, mi sono
particolarmente gradite.
La telefonata
proviene direttamente dall'ufficio del
Ministro dell'Interno e non consente
repliche:
dei fatti particolarmente spaventosi
e gravi sono accaduti in una città del
Trentino, a Riva del Garda, e devo
raggiungere immediatamente l'Italia.
Tralasciando qualsiasi impegno in corso in
Virginia.
Impegni per la verità trascurabili
che possono essere annullati senza rimorsi.
Addirittura un aereo militare è pronto ad
accogliermi.
Qualcosa di quello che accaduto
in Italia ho sentito, la CBS ha dato ampio
risalto alle notizie che, mi dicono, si sono
susseguite continuamente.
Le giornate alla
BAU, tra conferenze incessanti, colazioni di
lavoro e seminari devono avermi impedito di
porre molta attenzione alle trasmissioni.
La
sera, al rientro in hotel, ero troppo stanco
anche soltanto per accendere la tv.
Comunque, deve essere qualcosa di
veramente grave per richiedere con questa
tempestività la mia presenza.
Il Learjet con le insegne della marina
militare decolla dal JF. Kennedy
puntualmente alle 21 ora italiana, a bordo,
oltre ai due piloti, un sottotenente della
marina con funzioni di hostess.
È molto
carina, si chiama Claudia, mi offre da bere e
mi racconta tutto.
Dunque, a Riva del Garda, una cittadina di
poco più di sedicimila abitanti, pure se
durante il periodo estivo i residenti quasi
raddoppiano, dall'inizio dell'estate, metà
luglio più o meno, aveva avuto inizio una
serie di omicidi compiuti con una tecnica
macabra.
Per quello che a Claudia era dato
sapere, i corpi venivano decapitati e gli
organi interni prelevati.
Tutta l'Italia era in
fermento e tutta la regione del Trentino era
terrorizzata.
Giustamente.
Le forze
dell'ordine avevano effettuato tutte le
indagini possibili e immaginabili ma senza
venire a capo di nulla.
L'esercito aveva
circondato la zona ed era molto improbabile
che qualcuno potesse entrare o uscire dalla
zona.
Approvai mentalmente la costituzione
di un cordone sanitario.
Il jet atterra a Roma dopo otto ore esatte di
volo.
Un'auto mi attende sotto la scaletta,
direzione immediata Riva del Garda.
Dove
non ero mai stato.
Un magistrato è a bordo,
mi informa dei fatti in modo breve e
succinto.
E' un uomo di poche parole ma
quello che dice, oltre a quello che già
sapevo, mi conduce in un mondo tenebroso
e quasi sconosciuto.
Ho una certa abitudine
ai crimini spaventosi, ne ho visti e sentiti di
tutti i generi.
Ma quello che era accaduto,
anzi che stava accadendo sul Lago di Garda
superava ogni immaginazione.
Qualcosa mi
dice che questa volta il buon senso, al quale
faccio continuamente riferimento, non può
bastare.
Per come si sono svolte le cose
bisogna dare fondo alla fantasia.
Il
magistrato mi informa che la Procura è quasi
certa che si tratti di qualcuno residente a
Riva, ma devo muovere la prima obiezione:
se nel periodo estivo i residenti aumentano
in numero considerevole, perchè l'assassino
o gli assassini non possono provenire da
altre zone ?
L'ipotesi è stata ovviamente
valutata, mi dice il magistrato il cui nome
non ho capito al momento delle
presentazioni, ma i nominativi di tutti gli
ospiti dei vari hotel e B&B della zona sono
stati attentamente esaminati e non è
emerso nulla.
Arriviamo quasi all'ora di
pranzo a Riva del Garda, la cosa che mi
colpisce è la totale assenza di persone lungo
il tragitto verso la sede della Procura.
Capisco perfettamente lo stato d'animo e la
paura della gente per una cosa macabra,
ignota e incomprensibile.
Il Procuratore capo
insieme ai suoi sostituti mi accoglie, quasi a
braccia aperte.
Non sanno a che santo
votarsi.
Da quel momento in avanti
dipenderanno da quello che dico, da quello
che penso e da quello che faccio.
Una responsabilità enorme, i morti sono già
decine e la strage non accenna a diminuire.
Anch'io sono certo che il mostro ucciderà
ancora fino a quando non sarà catturato o
ucciso a sua volta.
Negli annali della criminalità credo sia un
caso unico, ci sono dei serial killer che
hanno fatto fuori anche centinaia di persone
nel corso della loro vita, ma le modalità
omicide che sono state attuate qui sono
diverse.
Mi viene in mente il compimento di
qualche strano rito, non sono l'unico a
pensarlo, quello che però non torna a
proposito del rito, è l'improvviso inizio della
serie di uccisioni.
Capisco che ogni cosa ha
un inizio, e spero anche una fine, ma dei
precedenti, delle cose considerate strane, in
genere precedono questi accadimenti.
Andiamo a pranzo, data l'ora non c'è altro
da fare. Mi informano che è stato
appositamente costituito un ufficio e che da
quel momento sarà la mia sede operativa.
Qualunque cosa mi occorra è a mia
disposizione.
Ho bisogno di dormire qualche
ora per smaltire il jet lag, mi accompagnano
all'hotel, un'auto con autista mi aspetta
all'ingresso.
Non faccio nemmeno la doccia.
Cerco di
dormire subito ma i pensieri si accavallano.
Mi alzo più stanco di prima, solo una doccia
gelata ha il potere di riportarmi alla realtà.
L'autista, un carabiniere che si chiama
Francesco, mi conduce immediatamente in
ufficio.
A parte gli ufficiali della polizia e dei
carabinieri del RIS, che mi accolgono gentili
e premurosi davanti all'immancabile caffè,
sono presenti altre persone che mi vengono
via via presentate:
Il dottor Carlo del
Campo, ordinario di psichiatria presso
l'università di Milano, la dottoressa Jenny
von Paulus, americana, moglie di Carlo e
direttore della clinica per malattie mentali
"Aurora", che conosco perfettamente e il
dottor Walter Veronese, ordinario di filosofia
e storia antica, anche lui dell'università di
Milano e della cui presenza non capisco la
necessità.
Sono abituato alla schiettezza, a volte forse
brutale.
Gli chiedo il motivo della sua
presenza tra professionisti adatti al tentativo
di risoluzione dei crimini.
La sua risposta mi
convince, ha una sua teoria che vuole
discutere con me.
Precisa che si tratta di
qualcosa di assolutamente lontano dalla
scienza e dalla realtà, ma tutto quello che è
accaduto e che probabilmente continuerà ad
accadere a Riva ha molto poco di scientifico
e di reale.
Si instaura tra noi una corrente di
amicizia e apprezzamento professionale.
Sento che, insieme agli altri, sarà un
eccellente alleato.
D'altronde avevo già
deciso di abbandonare il buon senso.
Esaminiamo i casi e vediamo di ricomporli:
faccio presente che la profilazione criminale
è un insieme di tecniche psicologiche volte
ad identificare l'autore di reati sulla base
della natura stessa dei reati e delle modalità
di esecuzione.
È necessario esaminare i vari
aspetti dei crimini che sono stati commessi a
Riva, se sono stati determinati da scelte che
l'assassino o gli assassini ha compiuto
prima, durante e dopo la commissione dei
reati, in modo da individuare una
connessione con la personalità del criminale.
Per prima cosa decidiamo di riesaminare le
scene del crimine, anche se ormai eventuali
tracce sono state compromesse, le
dichiarazioni dei testimoni per sviluppare
una descrizione del delinquente si sono
avute soltanto nel primo caso e del tutto
contraddittorie.
Quindi inutili.
E' impossibile tracciare variabili
demografiche, quali età, etnia e ubicazione
geografica, mentre uguali sono gli schemi
comportamentali.
... ( continua )..
Volete scoprire il colpevole ?
Volete partecipare al quiz ?
Nulla di più facile..
Uno di questi sarà il colpevole..
Basta inviare una email a: info@topbtw.com con il nome dell'assassino ed, ovviamente il vostro nome, cognome ed indirizzo..
I primi dieci che indovineranno il nome del colpevole avranno l'avventura di stare, per una giornata intiera, con l'editore di www.topbtw.com/
Ovviamente per parlare di letteratura, future collaborazioni, e di altre amenità del genere..
A loro assoluto rischio e pericolo..
L'incontro avverà a Mazara del Vallo - Sicilia - oppure altrove..
Quando e dove ?
Sarà la sorpresa svelata con l'ultimo episodio..
Buona lettura e.. buona caccia al colpevole!