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Il Racconto della Domenica - 21 Agosto 2016 -
Sesto episodio di: " Il caso Veronese " -

Dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità..
Sherlock Holmes

CAPITOLO 6

L'assassino uccide, stacca la testa dal cadavere, presumibilmente già morto, o peggio, asporta gli organi interni, tutti, e si allontana senza lasciare tracce in maniera impensabilmente veloce.

Le vittime sono scelte a caso, donne anziane e giovani, uomini anziani e giovani.

Nessuna comparazione con tipologie note di disturbi mentali è quindi possibile per sviluppare una sia pur teorica descrizione realistica del criminale.

Tracce di DNA sono state trovate accanto e sulle vittime, ma l'enorme volume di sangue e materiale organico delle vittime stesse, quindi l'estrema promiscuità, ne impedisce la scomposizione ed un tracciamento attendibile.

Comunque le analisi sono in corso.

Al momento il profilo tracciabile è semplice:

a) l'assassino potrebbe aver agito da solo, ma non è da escludere la presenza di altri.

b) l'assassino in alcuni casi ha trascinato le vittime, e insieme quando erano più di una, in posti diversi dall'esecuzione.

Deve essere in possesso di una notevole forza fisica.

E' mobile, quindi dotato di un veicolo per gli spostamenti.

E avrebbe colpito ancora.

Mi rendo conto, almeno in base ai dati che conosco, che è impossibile effettuare l'analisi delle connessioni, non sembra esistano altri e precedenti reati comparabili.

In nessuna parte del mondo, a quel che si conosce.

Lo schema, il modus operandi, è però sempre uguale:
l'esibizione di comportamenti rituali e di fantasia è ricorrente, è la firma dell'assassino.

Si è fatto tardi, senza nemmeno accorgerci abbiamo fatto le due del mattino.

Trovare un ristorante aperto è impensabile.

Accetto l'invito di Walter a casa sua, insieme a quelli che, mi dice, sono i suoi amici più cari:
Carlo e Jenny.

Apprendo della tragica scomparsa di Luisa, l'altra amica del cuore.

Non posso fare altro che esprimere il mio dispiacere.

Ceniamo a base di scatolette e grissini ma nessuno di noi ha fame.

La tv è costantemente accesa, aspettiamo che l'assassino si faccia ancora vivo o che qualche cosa di finalmente positivo accada.

Non accade niente.

L'autista, pazientemente in attesa, mi riaccompagna in hotel.

Sono esausto e mi addormento profondamente.

Sentivo la mancanza dello squillo del cellulare, che mi accontenta subito.

Sono le nove del mattino e senza di lui avrei continuato a dormire chissà fino a quando.

In mezz'ora ho fatto la doccia, barba e colazione.

Quando arrivo in ufficio tutti sono già li dalla mattina presto.

Mi sembra di notare un senso di rimprovero in loro.

Ma forse è soltanto la mia immaginazione.

Tutti si aspettano forse che io risolva il caso in un baleno.

Purtroppo l'esperienza cinematografica non si adatta a quello che è accaduto.

E' indubbiamente un caso unico, senza precedenti, non so da dove cominciare.

Tutte le procedure di indagine sono state messe in atto senza portare a nessun risultato, la polizia ha perquisito casa per casa, ogni angolo della città.

L'assassino o meglio il mostro, come lo chiamano, esiste, deve esistere e deve pure essere nascosto da qualche parte insieme ai suoi macabri reperti.

Ma dove ?

Cerco qualche lontana affinità con i casi conosciuti e presenti nei testi sacri dell'accademia dell' FBI, ne esistono migliaia e accaduti in tutto il mondo.

Il programma istallato sul mio PC è in grado di acquisire tutti i dati e cercare una similitudine.

Qualche somiglianza si trova con i delitti del mostro di Firenze.

Sono passati tanti anni e i personaggi sono cambiati.

Ma potrebbe essere una traccia.

Se si accredita ai fatti una componente rituale. Più il tempo passava e più Walter si convinceva di qualche connessione con le sue scoperte archeologiche.

Decise di effettuare delle ricerche nella chiesetta di Sirmione, di seguire fino in fondo le indicazioni poste sulla tavoletta.

L'inferno era già stato scoperchiato, cosa poteva succedere di peggio ?

La presenza, l'entrata in campo di Renato Rocchi, il profiler che tutti quelli dell'ambiente giudiziario consideravano un fenomeno, servì un po a tranquillizzarlo.

Oltre ad essere uno scienziato era pure simpatico e cordiale.

Sentiva che, se le sue intuizioni si fossero rivelate quanto meno attendibili, avrebbe valutato con attenzione e comprensione le sue eventuali rivelazioni.

Si fece autorizzare dalla curia ad effettuare dei rilevamenti non invasivi nella chiesa.

Oltre ai suoi strumenti di scavo era munito di un radar di profondità in grado di "vedere" fino a trenta metri la presenza di oggetti, grotte o gallerie.

Arrivò a metà della mattina nella piazza antistante la chiesa.

Le strade erano piene di gente, un contrasto con le strade di Riva in quel dannato periodo.

La chiesa era piccola, ai lati le statue dei santi, in fondo l'altare maggiore.

Una disposizione classica.

Scaricò dall'auto il carrello con il georadar e inizio il passaggio sul pavimento a scacchi, evidentemente antichissimo.

C'era un vuoto al centro della chiesa, esattamente al centro.

La sua indagine non doveva essere invasiva secondo gli accordi, ma il parroco che seguiva con la massima attenzione e curiosità tutte quelle manovre confessò di non aver mai supposto l'esistenza di qualcosa sotto il pavimento, la pianta, per di più antichissima, non lo riportava.

Si convinse facilmente a consentire uno scavo superficiale di sondaggio.

Chiunque si sarebbe incuriosito.

Appena sotto il pavimento, che Walter divelse facilmente, una grata di ferro chiusa da lucchetti arrugginiti, che si sbriciolarono appena toccati.

Quindi degli scalini grezzi realizzati chissà quando, sotto una sala rettangolare con dei candelieri infissi alle pareti, sotto il selciato che fu possibile scavare facilmente, una serie di scheletri e di ossa umane accatastate e in disordine.

Doveva trattarsi dei catari della storia.

Il luogo non presentava in ogni caso alcun che' di misterioso, sotto quasi tutte le chiese si sono ritrovate ossa umane, non costituiva più un'eccezione.

A modo loro Walter e il parroco rimasero delusi.

Chissà cosa si aspettavano di trovare.
Ricoprirono i resti e osservarono meglio le pareti della stanza, poteva esserci qualche indizio.

Che c'era.
Una porta di legno ormai marcito che si sbriciolò subito come i lucchetti arrugginiti.

Emersero dalla profondità del tempo antiche strutture, tombe, nascondigli ricavati tra i muri, altari sacri, simboli riconducibili ai cavalieri templari, un pozzo profondo dal quale era visibile lo scorrere di un fiume sotterraneo e un tratto di strada sotterranea che certamente collegava l'edificio ad altri luoghi.

Era come essere entrati in un tunnel spaziotemporale in grado di trasportare in un passato dimenticato.

Era ancora più evidente il collegamento tra l'edificio e l'antico ordine dei Cavalieri Templari, su un muro era scolpito il "fiore della vita" o "sesto giorno della genesi" uno dei massimi simboli esoterico-alchemici dell'Ordine.

Su un architrave un testo in latino abbreviato ricollegabile all'epistola di San Paolo ai Romani "se Dio è con noi chi è contro di noi ?"
una frase assimilata dall'Ordine.

Un affresco ad una parete, quasi distrutto dal tempo ma ancora abbastanza visibile:
un triangolo equilatero con al centro una struttura raffigurante un tempio, alla sommità una croce, probabilmente un richiamo al tempio di Salomone, dentro una nicchia delle tavolette di circa otto centimetri con scolpiti cerchi, linee e croci.
Cosa rappresentavano ?

Sopra una bassa volta una scritta:
Sant'ofizio.

Forse si trattava di una cella dei condannati dal Sant' Uffizio all'Inquisizione.

Poi, ad un'altra parete l'affresco più inquietante, una struttura pentagonale con raffigurata la Morte beffarda trionfante sopra ogni essere umano.

Ma il ritrovamento più importante, almeno per Walter, fu un anello-sigillo racchiuso dentro un ovale con l'acronimo IHS (Iesus Hominum Salvator) e sull'anello il simbolo della svastica.

In contrasto con l'iscrizione apposta sul contenitore ovale.

Il contenitore era celato dentro una nicchia ricavata dal muro e ricoperta, all'interno, di resti di quello che doveva essere stato velluto rosso.

La cura con cui era stato conservato avrebbe potuto attribuire un valore del tutto particolare al sigillo.

Probabilmente a questo e non ad altro si riferiva il messaggio scolpito sulla tavoletta di argilla che rimandava a quel luogo.

Rimisero tutto a posto, il parroco si convinse a non diffondere, almeno per il momento, la scoperta archeologica sicuramente eccezionale e consentire a Walter di portare con se il sigillo.

L'elemento che costituiva il corpo del sigillo era dunque la svastica.

Era quello l'elemento che avrebbe dovuto scoperchiare l'inferno ?

Era quello il segreto che, secondo la leggenda, avrebbe attribuito al possessore poteri sovrumani ?

Era quello che Hitler cercava disperatamente ordinando scavi sconsiderati ovunque ?

Walter rientrò a Riva soddisfatto ma confuso.

Si impose di effettuare altre e più approfondite ricerche su quel simbolo maledetto in nome del quale erano state provocate morte e devastazione nel mondo e in tempi abbastanza recenti.

Un'altra vittima, una giovane donna ritrovata come nella maggior parte dei casi sulle rive del Lago.

Lo scempio è il solito.

Questa volta arrivo immediatamente insieme ai carabinieri sulla scena del crimine.
Una situazione terrificante:
sangue ovunque ancora fresco, la testa, tagliata di netto accanto al cadavere, il corpo squarciato e gli organi asportati.

Mi rendo conto che è difficile estrarre un DNA diverso da quello della vittima, cerco di formulare una serie di valutazioni a caldo:

a) il cadavere viene ritrovato intorno alle nove del mattino, dallo stato generale ritengo che la morte risalga all'alba o alla notte.

b) la testa è stata tranciata in modo netto, con quale strumento ?
1. l'asportazione degli organi avviene in modo brutale, forse sono prelevati con le mani nude, l'assassino non ha nozioni di chirurgia ?

2. gli omicidi avvengono solo con il buio, è una precauzione del criminale per non farsi vedere ?

3. l'assassino non è mai stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, per la verità poche, ne conosce l'esatta ubicazione ?

Viene attentamente controllata la scena per verificare la presenza di impronte, di pneumatici o altro.

Nulla, l' assassino non lascia alcuna traccia.

Devo incontrare Walter che desidera riferirmi delle cose che ritiene importanti.

Ci risiamo con le ipotesi esoteriche, comunque non posso tralasciare nessuna ipotesi.

Anche la più improbabile.

La polizia comunica che sulla riva del lago, proprio sul bagnasciuga, è stato ritrovato un altro corpo di donna, dagli abiti o da quel che ne resta si presume sia quello di Laura Castelli.

La testa non si trova, la corrente deve averla trascinata via anche in questo caso.

L'assassino ha agito con una ferocia particolare, il corpo è stato squarciato in modo orrendo e poi ha infierito sul cadavere.

Particolari terrificanti.

Walter è incaricato della poco piacevole incombenza della identificazione.

Viene portato sul posto da una volante della polizia.

Il corpo, o meglio quello che resta, è coperto da un telo, la identifica subito, non è necessario vedere da vicino quello scempio, le scarpe da tennis di Laura sono inconfondibili, giallo acceso.

Walter aveva fruito di tutto il periodo di ferie, ma era stato trasferito nell'ufficio di coordinamento per le ricerche sui crimini.

Era a disposizione della Procura.

Tutti gli episodi criminali accaduti non avevano nulla che si potesse, anche lontanamente, avvicinare a qualcosa di simile alla normalità.

Crimini atroci erano stati commessi da sempre da persone indubbiamente malate di mente e con modalità spesso spaventose, ma si era convinto che i fatti di Riva nascondessero qualcosa d'altro, forse ancora più spaventoso.

Negli annali della criminalità e specialmente in quella patologica, l'assassino lascia sempre una traccia e i metodi di investigazione moderni arrivano a conclusioni rapide, un tempo impensabili.

L'assassino commette sempre un errore. È una condizione umana.

Ma nei casi di Riva l'assassino sembrava giocare con le forze dell'ordine e con tutti quelli che gli davano la caccia:
colpiva con ferocia inaudita, uccideva in modo che di umano aveva ben poco.

E spariva nel nulla.

C'era una lotta tra il suo modo di pensare prevalentemente scientifico e la sua vocazione per il mistero che di razionale aveva ben poco.

Ma i fatti sfuggivano ad ogni esame razionale, la seconda ipotesi, quella irrazionale, doveva essere quanto meno approfondita.

Decise di riunire i suoi amici che dopo la scomparsa di Luisa erano rimasti Carlo e Jenny, e Renato.

Erano menti di altissimo profilo, due esperti in psichiatria e uno nelle indagini criminali.

Un team di prim'ordine.

Decise di esporre la sua personale convinzione, di raccontare tutto quello che aveva fin qui fatto.

E pensato.

Le indagini sono ad un punto morto, un'altra squadra investigativa è arrivata da Roma.

Per darci una mano.

E per aumentare la confusione.

Walter mi chiede di partecipare la sera ad una cena a casa sua insieme ai suoi amici.

Per fortuna i rifornimenti di cibo sono arrivati nei supermercati e almeno non dobbiamo soffrire pure la fame.

Sapevo che avremmo fatto molto tardi e non volevo che il mio autista restasse in macchina per tutto quel tempo.

Così decido di farmi ospitare da Walter per la notte liberando il carabiniere.

Alle nove di sera iniziamo a cenare, una cena ottima, con il reciproco impegno di rimandare a dopo le discussioni sui crimini.

E' la fine di ottobre e fa abbastanza freddo.

Walter accende il caminetto, ci offre un eccellente brandy, si siede tra di noi sul divano davanti alla brace accesa e comincia il suo racconto.

Dall'inizio.

Sembra una tranquilla riunione tra amici ma i fatti da discutere di tranquillo non hanno proprio niente.
Cominciamo con le leggende a proposito di un segreto indicibile celato in grotte sconosciute risalenti al periodo etrusco.
Cominciamo bene.

Io non credo alle leggende.

Comunque lo ascolto con attenzione.

Walter entra nei sentieri sconosciuti:
grotta blu, fiume sotterraneo e antichi muri da abbattere.

La nave funeraria, il sarcofago e la tavoletta con le incisioni intraducibili.

Quindi la decrittazione da parte degli israeliani e la lettura del messaggio.

Che porta a Sirmione e ad un'antica chiesa. Il percorso nei sotterranei ed il ritrovamento del sigillo.

Carlo e Jenny non perdono una parola del racconto, sono attentissimi.

Walter ci mostra l'antico sigillo con la svastica.
La cosa comincia ad interessarmi.

Un simbolo di morte e distruzione spietata si adatta ai fatti, è un'interpretazione forzata ma ci può stare.

Lo ascolto con maggiore attenzione. Si potrebbero aprire scenari interessanti.

Gli etruschi e i catari.

E i cavalieri templari.

Hitler e la ricerca di segreti esoterici perduti.

Rudolf Hess, assertore della presenza da qualche parte di un segreto infernale, di un oggetto che avrebbe dato al possessore poteri diabolici.

Carlo interviene informandomi su tutto quello che riguarda il professor Grimaldi, del suo stato variabile di salute mentale.

Dei quadri di Gericault appesi alle pareti.

La zattera della Medusa, un inquietante simbolo che rappresenta la vita umana in bilico tra la speranza e la disperazione, l'uomo non sa cosa lo aspetta: la morte o la salvezza.

Non so chi sia ma mi interessa la costituzione fisica del professore, è alto quasi due metri e probabilmente fortissimo.

Mi viene in mente la prima testimonianza di quando furono trovate le prime due vittime:
un uomo alto con lo sguardo allucinato e la barba sporca di sangue.

Esprimo il mio pensiero a Carlo.
Che lo smonta subito.
Il professore è si molto alto ma è pure gracile e sembra privo di energia fisica.
Accantono l'ipotesi.

Fino in fondo l'idea di Walter, da tutte le parti emerge la svastica, con gli etruschi, con i catari, con l'ordine Templare.
Con il sigillo.

Per un'associazione di idee penso alla società Thule.
Svastica e orrori.
E se ci fosse un nesso ?

La Thule fu fondata nel 1910 da Felix Niedner e caratterizzata da un acceso nazionalismo, da antisemitismo e dalla pratica di riti occulti.

Una setta che aveva il proprio riferimento in Adolf Lanz von Liebenfels.

Un monaco cistercense allontanato dalla chiesa.

Predicava l'esistenza di una razza superiore:
gli ariani, si ispirò al Buddismo Tibetano deformandone i contenuti e alle dottrine esoteriche di madame Helena Blavatsky.

I riti, che prevedevano in abbondanza sacrifici umani, si svolgevano la notte, spesso nei boschi e vicino a corsi d'acqua.

Una coincidenza con i fatti di Riva ?
O poteva esistere una connessione ?

Riflettemmo tutti attentamente su quella ipotesi per quanto incredibile potesse essere.

Degli elementi appartenenti alla società esoterica che compiono dei riti di sangue.

Traendo spunto dalle antiche leggende cittadine.

Ipotesi suggestiva ma con molti punti deboli, in questo caso si sarebbe dovuto trattare di più elementi e non di uno soltanto, sarebbero emersi improvvisamente senza che si fossero manifestati in precedenza, poi uno può sfuggire alle maglie di sorveglianza, ma tanti ?

... ( continua )..


Il QUIZ

Volete scoprire il colpevole ?
Volete partecipare al quiz ?
Nulla di più facile..
Uno di questi sarà il colpevole..
Basta inviare una email a: info@topbtw.com con il nome dell'assassino ed, ovviamente il vostro nome, cognome ed indirizzo..
I primi dieci che indovineranno il nome del colpevole avranno l'avventura di stare, per una giornata intiera, con l'editore di www.topbtw.com/
Ovviamente per parlare di letteratura, future collaborazioni, e di altre amenità del genere..
A loro assoluto rischio e pericolo..
L'incontro avverà a Mazara del Vallo - Sicilia - oppure altrove..
Quando e dove ?
Sarà la sorpresa svelata con l'ultimo episodio..
Buona lettura e.. buona caccia al colpevole!


( Eugenio Ardito )

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