CAPITOLO 6
L'assassino uccide, stacca
la testa dal cadavere, presumibilmente già
morto, o peggio, asporta gli organi interni,
tutti, e si allontana senza lasciare tracce in
maniera impensabilmente veloce.
Le vittime
sono scelte a caso, donne anziane e giovani,
uomini anziani e giovani.
Nessuna
comparazione con tipologie note di disturbi
mentali è quindi possibile per sviluppare una
sia pur teorica descrizione realistica del
criminale.
Tracce di DNA sono state trovate
accanto e sulle vittime, ma l'enorme volume
di sangue e materiale organico delle vittime
stesse, quindi l'estrema promiscuità, ne
impedisce la scomposizione ed un
tracciamento attendibile.
Comunque le
analisi sono in corso.
Al momento il profilo tracciabile è semplice:
a) l'assassino potrebbe aver agito da solo,
ma non è da escludere la presenza di altri.
b) l'assassino in alcuni casi ha trascinato le
vittime, e insieme quando erano più di una,
in posti diversi dall'esecuzione.
Deve essere
in possesso di una notevole forza fisica.
E'
mobile, quindi dotato di un veicolo per gli
spostamenti.
E avrebbe colpito ancora.
Mi rendo conto, almeno in base ai dati che
conosco, che è impossibile effettuare
l'analisi delle connessioni, non sembra
esistano altri e precedenti reati comparabili.
In nessuna parte del mondo, a quel che si
conosce.
Lo schema, il modus operandi, è
però sempre uguale:
l'esibizione di
comportamenti rituali e di fantasia è
ricorrente, è la firma dell'assassino.
Si è
fatto tardi, senza nemmeno accorgerci
abbiamo fatto le due del mattino.
Trovare un
ristorante aperto è impensabile.
Accetto
l'invito di Walter a casa sua, insieme a quelli
che, mi dice, sono i suoi amici più cari:
Carlo
e Jenny.
Apprendo della tragica scomparsa
di Luisa, l'altra amica del cuore.
Non posso
fare altro che esprimere il mio dispiacere.
Ceniamo a base di scatolette e grissini ma
nessuno di noi ha fame.
La tv è costantemente accesa, aspettiamo
che l'assassino si faccia ancora vivo o che
qualche cosa di finalmente positivo accada.
Non accade niente.
L'autista, pazientemente
in attesa, mi riaccompagna in hotel.
Sono
esausto e mi addormento profondamente.
Sentivo la mancanza dello squillo del
cellulare, che mi accontenta subito.
Sono le
nove del mattino e senza di lui avrei
continuato a dormire chissà fino a quando.
In mezz'ora ho fatto la doccia, barba e
colazione.
Quando arrivo in ufficio tutti sono
già li dalla mattina presto.
Mi sembra di
notare un senso di rimprovero in loro.
Ma
forse è soltanto la mia immaginazione.
Tutti
si aspettano forse che io risolva il caso in un
baleno.
Purtroppo l'esperienza cinematografica non
si adatta a quello che è accaduto.
E' indubbiamente un caso unico, senza
precedenti, non so da dove cominciare.
Tutte le procedure di indagine sono state
messe in atto senza portare a nessun
risultato, la polizia ha perquisito casa per
casa, ogni angolo della città.
L'assassino o
meglio il mostro, come lo chiamano, esiste,
deve esistere e deve pure essere nascosto
da qualche parte insieme ai suoi macabri
reperti.
Ma dove ?
Cerco qualche lontana
affinità con i casi conosciuti e presenti nei
testi sacri dell'accademia dell' FBI, ne
esistono migliaia e accaduti in tutto il
mondo.
Il programma istallato sul mio PC è
in grado di acquisire tutti i dati e cercare
una similitudine.
Qualche somiglianza si
trova con i delitti del mostro di Firenze.
Sono passati tanti anni e i personaggi sono
cambiati.
Ma potrebbe essere una traccia.
Se si accredita ai fatti una componente
rituale. Più il tempo passava e più Walter si
convinceva di qualche connessione con le
sue scoperte archeologiche.
Decise di
effettuare delle ricerche nella chiesetta di
Sirmione, di seguire fino in fondo le
indicazioni poste sulla tavoletta.
L'inferno
era già stato scoperchiato, cosa poteva
succedere di peggio ?
La presenza, l'entrata in campo di Renato
Rocchi, il profiler che tutti quelli
dell'ambiente giudiziario consideravano un
fenomeno, servì un po a tranquillizzarlo.
Oltre ad essere uno scienziato era pure
simpatico e cordiale.
Sentiva che, se le sue
intuizioni si fossero rivelate quanto meno
attendibili, avrebbe valutato con attenzione
e comprensione le sue eventuali rivelazioni.
Si fece autorizzare dalla curia ad effettuare
dei rilevamenti non invasivi nella chiesa.
Oltre ai suoi strumenti di scavo era munito
di un radar di profondità in grado di
"vedere" fino a trenta metri la presenza di
oggetti, grotte o gallerie.
Arrivò a metà della
mattina nella piazza antistante la chiesa.
Le
strade erano piene di gente, un contrasto
con le strade di Riva in quel dannato
periodo.
La chiesa era piccola, ai lati le statue dei
santi, in fondo l'altare maggiore.
Una
disposizione classica.
Scaricò dall'auto il
carrello con il georadar e inizio il passaggio
sul pavimento a scacchi, evidentemente
antichissimo.
C'era un vuoto al centro della
chiesa, esattamente al centro.
La sua
indagine non doveva essere invasiva
secondo gli accordi, ma il parroco che
seguiva con la massima attenzione e
curiosità tutte quelle manovre confessò di
non aver mai supposto l'esistenza di
qualcosa sotto il pavimento, la pianta, per di
più antichissima, non lo riportava.
Si
convinse facilmente a consentire uno scavo
superficiale di sondaggio.
Chiunque si
sarebbe incuriosito.
Appena sotto il
pavimento, che Walter divelse facilmente,
una grata di ferro chiusa da lucchetti
arrugginiti, che si sbriciolarono appena
toccati.
Quindi degli scalini grezzi realizzati
chissà quando, sotto una sala rettangolare
con dei candelieri infissi alle pareti, sotto il
selciato che fu possibile scavare facilmente,
una serie di scheletri e di ossa umane
accatastate e in disordine.
Doveva trattarsi
dei catari della storia.
Il luogo non
presentava in ogni caso alcun che' di
misterioso, sotto quasi tutte le chiese si
sono ritrovate ossa umane, non costituiva
più un'eccezione.
A modo loro Walter e il
parroco rimasero delusi.
Chissà cosa si
aspettavano di trovare.
Ricoprirono i resti e
osservarono meglio le pareti della stanza,
poteva esserci qualche indizio.
Che c'era.
Una porta di legno ormai marcito che si
sbriciolò subito come i lucchetti arrugginiti.
Emersero dalla profondità del tempo antiche
strutture, tombe, nascondigli ricavati tra i
muri, altari sacri, simboli riconducibili ai
cavalieri templari, un pozzo profondo dal
quale era visibile lo scorrere di un fiume
sotterraneo e un tratto di strada sotterranea
che certamente collegava l'edificio ad altri
luoghi.
Era come essere entrati in un tunnel spaziotemporale
in grado di trasportare in un
passato dimenticato.
Era ancora più
evidente il collegamento tra l'edificio e
l'antico ordine dei Cavalieri Templari, su un
muro era scolpito il "fiore della vita" o "sesto
giorno della genesi" uno dei massimi simboli
esoterico-alchemici dell'Ordine.
Su un
architrave un testo in latino abbreviato
ricollegabile all'epistola di San Paolo ai
Romani "se Dio è con noi chi è contro di
noi ?"
una frase assimilata dall'Ordine.
Un
affresco ad una parete, quasi distrutto dal
tempo ma ancora abbastanza visibile:
un
triangolo equilatero con al centro una
struttura raffigurante un tempio, alla
sommità una croce, probabilmente un
richiamo al tempio di Salomone, dentro una
nicchia delle tavolette di circa otto
centimetri con scolpiti cerchi, linee e croci.
Cosa rappresentavano ?
Sopra una bassa
volta una scritta:
Sant'ofizio.
Forse si
trattava di una cella dei condannati dal Sant'
Uffizio all'Inquisizione.
Poi, ad un'altra
parete l'affresco più inquietante, una
struttura pentagonale con raffigurata la
Morte beffarda trionfante sopra ogni essere
umano.
Ma il ritrovamento più importante, almeno
per Walter, fu un anello-sigillo racchiuso
dentro un ovale con l'acronimo IHS (Iesus
Hominum Salvator) e sull'anello il simbolo
della svastica.
In contrasto con l'iscrizione
apposta sul contenitore ovale.
Il contenitore
era celato dentro una nicchia ricavata dal
muro e ricoperta, all'interno, di resti di
quello che doveva essere stato velluto rosso.
La cura con cui era stato conservato avrebbe
potuto attribuire un valore del tutto
particolare al sigillo.
Probabilmente a questo
e non ad altro si riferiva il messaggio
scolpito sulla tavoletta di argilla che
rimandava a quel luogo.
Rimisero tutto a posto, il parroco si convinse
a non diffondere, almeno per il momento, la
scoperta archeologica sicuramente
eccezionale e consentire a Walter di portare
con se il sigillo.
L'elemento che costituiva il
corpo del sigillo era dunque la svastica.
Era
quello l'elemento che avrebbe dovuto
scoperchiare l'inferno ?
Era quello il segreto
che, secondo la leggenda, avrebbe attribuito
al possessore poteri sovrumani ?
Era quello
che Hitler cercava disperatamente ordinando
scavi sconsiderati ovunque ?
Walter rientrò a
Riva soddisfatto ma confuso.
Si impose di
effettuare altre e più approfondite ricerche
su quel simbolo maledetto in nome del quale
erano state provocate morte e devastazione
nel mondo e in tempi abbastanza recenti.
Un'altra vittima, una giovane donna
ritrovata come nella maggior parte dei casi
sulle rive del Lago.
Lo scempio è il solito.
Questa volta arrivo immediatamente
insieme ai carabinieri sulla scena del
crimine.
Una situazione terrificante:
sangue
ovunque ancora fresco, la testa, tagliata di
netto accanto al cadavere, il corpo
squarciato e gli organi asportati.
Mi rendo
conto che è difficile estrarre un DNA diverso
da quello della vittima, cerco di formulare
una serie di valutazioni a caldo:
a) il cadavere viene ritrovato intorno alle
nove del mattino, dallo stato generale
ritengo che la morte risalga all'alba o alla
notte.
b) la testa è stata tranciata in modo netto,
con quale strumento ?
1.
l'asportazione degli organi
avviene in modo brutale, forse
sono prelevati con le mani nude,
l'assassino non ha nozioni di
chirurgia ?
2. gli omicidi
avvengono solo con il buio, è una
precauzione del criminale per non
farsi vedere ?
3. l'assassino non è mai
stato ripreso dalle telecamere di
sorveglianza, per la verità poche,
ne conosce l'esatta ubicazione ?
Viene attentamente controllata la scena per
verificare la presenza di impronte, di
pneumatici o altro.
Nulla, l' assassino non
lascia alcuna traccia.
Devo incontrare Walter
che desidera riferirmi delle cose che ritiene
importanti.
Ci risiamo con le ipotesi
esoteriche, comunque non posso tralasciare
nessuna ipotesi.
Anche la più improbabile.
La polizia comunica che sulla riva del lago,
proprio sul bagnasciuga, è stato ritrovato un
altro corpo di donna, dagli abiti o da quel
che ne resta si presume sia quello di Laura
Castelli.
La testa non si trova, la corrente
deve averla trascinata via anche in questo
caso.
L'assassino ha agito con una ferocia
particolare, il corpo è stato squarciato in
modo orrendo e poi ha infierito sul
cadavere.
Particolari terrificanti.
Walter è
incaricato della poco piacevole incombenza
della identificazione.
Viene portato sul posto
da una volante della polizia.
Il corpo, o
meglio quello che resta, è coperto da un
telo, la identifica subito, non è necessario
vedere da vicino quello scempio, le scarpe
da tennis di Laura sono inconfondibili, giallo
acceso.
Walter aveva fruito di tutto il periodo di
ferie, ma era stato trasferito nell'ufficio di
coordinamento per le ricerche sui crimini.
Era a disposizione della Procura.
Tutti gli
episodi criminali accaduti non avevano nulla
che si potesse, anche lontanamente,
avvicinare a qualcosa di simile alla
normalità.
Crimini atroci erano stati
commessi da sempre da persone
indubbiamente malate di mente e con
modalità spesso spaventose, ma si era
convinto che i fatti di Riva nascondessero
qualcosa d'altro, forse ancora più
spaventoso.
Negli annali della criminalità e
specialmente in quella patologica,
l'assassino lascia sempre una traccia e i
metodi di investigazione moderni arrivano a
conclusioni rapide, un tempo impensabili.
L'assassino commette sempre un errore. È
una condizione umana.
Ma nei casi di Riva
l'assassino sembrava giocare con le forze
dell'ordine e con tutti quelli che gli davano la
caccia:
colpiva con ferocia inaudita, uccideva
in modo che di umano aveva ben poco.
E
spariva nel nulla.
C'era una lotta tra il suo modo di pensare
prevalentemente scientifico e la sua
vocazione per il mistero che di razionale
aveva ben poco.
Ma i fatti sfuggivano ad
ogni esame razionale, la seconda ipotesi,
quella irrazionale, doveva essere quanto
meno approfondita.
Decise di riunire i suoi
amici che dopo la scomparsa di Luisa erano
rimasti Carlo e Jenny, e Renato.
Erano menti
di altissimo profilo, due esperti in psichiatria
e uno nelle indagini criminali.
Un team di
prim'ordine.
Decise di esporre la sua
personale convinzione, di raccontare tutto
quello che aveva fin qui fatto.
E pensato.
Le
indagini sono ad un punto morto, un'altra
squadra investigativa è arrivata da Roma.
Per darci una mano.
E per aumentare la
confusione.
Walter mi chiede di partecipare
la sera ad una cena a casa sua insieme ai
suoi amici.
Per fortuna i rifornimenti di cibo
sono arrivati nei supermercati e almeno non
dobbiamo soffrire pure la fame.
Sapevo che avremmo fatto molto tardi e non
volevo che il mio autista restasse in
macchina per tutto quel tempo.
Così decido
di farmi ospitare da Walter per la notte
liberando il carabiniere.
Alle nove di sera
iniziamo a cenare, una cena ottima, con il
reciproco impegno di rimandare a dopo le
discussioni sui crimini.
E' la fine di ottobre e
fa abbastanza freddo.
Walter accende il
caminetto, ci offre un eccellente brandy, si
siede tra di noi sul divano davanti alla brace
accesa e comincia il suo racconto.
Dall'inizio.
Sembra una tranquilla riunione tra amici ma
i fatti da discutere di tranquillo non hanno
proprio niente.
Cominciamo con le leggende
a proposito di un segreto indicibile celato in
grotte sconosciute risalenti al periodo
etrusco.
Cominciamo bene.
Io non credo alle
leggende.
Comunque lo ascolto con
attenzione.
Walter entra nei sentieri
sconosciuti:
grotta blu, fiume sotterraneo e
antichi muri da abbattere.
La nave funeraria,
il sarcofago e la tavoletta con le incisioni
intraducibili.
Quindi la decrittazione da parte
degli israeliani e la lettura del messaggio.
Che porta a Sirmione e ad un'antica chiesa.
Il percorso nei sotterranei ed il ritrovamento
del sigillo.
Carlo e Jenny non perdono una parola del
racconto, sono attentissimi.
Walter ci mostra
l'antico sigillo con la svastica.
La cosa
comincia ad interessarmi.
Un simbolo di
morte e distruzione spietata si adatta ai
fatti, è un'interpretazione forzata ma ci può
stare.
Lo ascolto con maggiore attenzione.
Si potrebbero aprire scenari interessanti.
Gli
etruschi e i catari.
E i cavalieri templari.
Hitler e la ricerca di segreti esoterici perduti.
Rudolf Hess, assertore della presenza da
qualche parte di un segreto infernale, di un
oggetto che avrebbe dato al possessore
poteri diabolici.
Carlo interviene
informandomi su tutto quello che riguarda il
professor Grimaldi, del suo stato variabile di
salute mentale.
Dei quadri di Gericault
appesi alle pareti.
La zattera della Medusa,
un inquietante simbolo che rappresenta la
vita umana in bilico tra la speranza e la
disperazione, l'uomo non sa cosa lo aspetta:
la morte o la salvezza.
Non so chi sia ma mi
interessa la costituzione fisica del
professore, è alto quasi due metri e
probabilmente fortissimo.
Mi viene in mente
la prima testimonianza di quando furono
trovate le prime due vittime:
un uomo alto
con lo sguardo allucinato e la barba sporca
di sangue.
Esprimo il mio pensiero a Carlo.
Che lo smonta subito.
Il professore è si
molto alto ma è pure gracile e sembra privo
di energia fisica.
Accantono l'ipotesi.
Fino in fondo l'idea di Walter, da tutte le parti
emerge la svastica, con gli etruschi, con i
catari, con l'ordine Templare.
Con il sigillo.
Per un'associazione di idee penso alla
società Thule.
Svastica e orrori.
E se ci fosse
un nesso ?
La Thule fu fondata nel 1910 da
Felix Niedner e caratterizzata da un acceso
nazionalismo, da antisemitismo e dalla
pratica di riti occulti.
Una setta che aveva il
proprio riferimento in Adolf Lanz von
Liebenfels.
Un monaco cistercense
allontanato dalla chiesa.
Predicava l'esistenza di una razza superiore:
gli ariani, si ispirò al Buddismo Tibetano
deformandone i contenuti e alle dottrine
esoteriche di madame Helena Blavatsky.
I riti, che prevedevano in abbondanza
sacrifici umani, si svolgevano la notte,
spesso nei boschi e vicino a corsi d'acqua.
Una coincidenza con i fatti di Riva ?
O
poteva esistere una connessione ?
Riflettemmo tutti attentamente su quella
ipotesi per quanto incredibile potesse
essere.
Degli elementi appartenenti alla
società esoterica che compiono dei riti di
sangue.
Traendo spunto dalle antiche
leggende cittadine.
Ipotesi suggestiva ma
con molti punti deboli, in questo caso si
sarebbe dovuto trattare di più elementi e
non di uno soltanto, sarebbero emersi
improvvisamente senza che si fossero
manifestati in precedenza, poi uno può
sfuggire alle maglie di sorveglianza, ma tanti ?
... ( continua )..
Volete scoprire il colpevole ?
Volete partecipare al quiz ?
Nulla di più facile..
Uno di questi sarà il colpevole..
Basta inviare una email a: info@topbtw.com con il nome dell'assassino ed, ovviamente il vostro nome, cognome ed indirizzo..
I primi dieci che indovineranno il nome del colpevole avranno l'avventura di stare, per una giornata intiera, con l'editore di www.topbtw.com/
Ovviamente per parlare di letteratura, future collaborazioni, e di altre amenità del genere..
A loro assoluto rischio e pericolo..
L'incontro avverà a Mazara del Vallo - Sicilia - oppure altrove..
Quando e dove ?
Sarà la sorpresa svelata con l'ultimo episodio..
Buona lettura e.. buona caccia al colpevole!