La decisione della Commissione Europea di giudicare illegale il trattamento fiscale di Apple in Irlanda
e di richiedere che l’azienda restituisca 13 miliardi di tasse non pagate è molto importante.
L’ho sottolineato nel mio intervento in aula a Strasburgo nel corso della discussione relativa agli aiuti di Stato
a favore di Apple, durante l’ultima sessione plenaria.
La decisione della Commissione riguarda due tax rulings che lo stato irlandese aveva concesso ad Apple consentendole
di pagare sugli utili un’aliquota effettiva dell’imposta sulle società pari all’1 per cento nel 2003, scesa poi fino allo 0,005 per cento.
Il provvedimento segue altre decisioni prese negli scorsi mesi per quanto riguarda vantaggi fiscali illegali concessi a FIAT e Starbucks.
L’azione della Commissione Europea conferma gli elementi già messi in luce dallo scandalo di Luxleaks:
È inaccettabile che tali imprese continuino a seguire strategie fiscali aggressive e a ricevere trattamenti
privilegiati dai governi, facendo concorrenza sleale alle piccole e medie imprese e evitando di d
are il giusto contributo agli Stati in cui svolgono le loro attività.
È necessario invece garantire che le multinazionali paghino finalmente le tasse in modo corretto nei Paesi
in cui generano profitti.
Per questo oltre alle importanti indagini della Commissione ci vuole più trasparenza sui tax rulings e
sulle tasse pagate dalle imprese nei vari paesi e sono necessarie una base imponibile consolidata comune
per l’imposta sulle società nella UE e una vera azione di contrasto ai paradisi fiscali.
Continueremo a lottare per questi risultati nella Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo sui Panama Papers.
multinazionali che stringono accordi segreti ed indebiti con i governi per limitare il loro carico fiscale
in modo vergognoso ed illegale, arrivando a pagare meno dell’1 per cento di tasse sui loro utili.