LONDRA -
Se non è una rivoluzione, le somiglia molto.
Ancora in evidenza sulla stampa britannica
il discorso di Theresa May, premier del Regno Unito e leader dei conservatori,
al congresso annuale del suo partito.
Secondo la lettura di ''Bagehot'', la rubrica
del settimanale ''The Economist'' dedicata agli affari interni, l'intervento segnala una svolta
verso una direzione lontana dal pensiero liberale.
Le sue parole hanno investito come un bulldozer
un assunto della politica nazionale:
la sinistra ha vinto le battaglie sociali degli ultimi decenni;
la destra quelle economiche, col risultato di un liberalismo orientato al libero mercato combinato con
tendenze culturali piuttosto progressiste.
May sta portando i Tory a sinistra sull'economia;
nel frattempo, socialmente, li sta spostando piu' a destra.
La svolta non piace all'editorialista del quotidiano conservatore ''The Times'' Philip Collins, secondo il
quale il voto per la Brexit non da' a May il mandato per imporre un nuovo programma e indulgere in politiche
non liberali senza essere passata per una vittoria elettorale.
Un editoriale non firmato di ''The Telegraph'', altra testata conservatrice, esorta la premier a
non colpire le imprese nel suo tentativo
di rendere piu' attraente il partito.
Ma intanto i consensi di Theresa May, sessantenne di successo ( 1 Otobre 1956 ) volano al 45%.