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5 - 9 Ottobre . In Occasione del Blue Sea Land di Mazare del Vallo


- L'intervista all'enologo e viticultore Andrea di Gregorio - Cantina "Gazzerosseé -

La cantina, fondata da Antonino di Gregorio circa duecento anni fa, vede ormai i Di Gregorio della quarta generazione, quella del giovane Andreas, impegnati nella sua crescita.

La nota cantina (http://www.gazzerosse.it ) si trova a circa 3 Km da Mazara e, da sempre, ha un programma industriale dinamico e moderno.

Ricordiamo che il piccolo territorio di Mazara del Vallo è fra i più densamente coltivati a vigneto di tutta Italia, anche se molti dei suoi terreni sono da tempo di proprietà dei Marsalesi.

La storia del vino mazarese perse l'occasione di nascere all'inizio dell'800 quando, per motivi meramente religiosi, l'imprenditore inglese Woodhouse ed il suo assistente Hopps, non furono accolti dal comune di Mazara, in quanto anglicani, ma a invece braccia aperte da quello di Marsala che delle beghe religiose e papaline non se ne curava affatto:
preferiva le Sterline..

E qui , investendo capitali inglesi e risorse umane siciliane, ecco che il "vino perpetuo" si trasforma e si modifica e crea ricchezza e fama a Marsala.

Ricordiamo, per inciso, che una bottiglia di Woodhouse del 1815 ora come ora, all'asta, vale circa 80 euro.. e se se ne trovano ancora.

Ma i Mazaresi, espertissimi nell'uso del ronciglio, figli di una terra che già dai tempi dei Fenici e dei Greci era conosciuta per il suo vino e per l'olio ottenuto dalle olive importate dai greci, non hanno di certo abbandonato l'impresa.

I "clan" del ronciglio mazarese restano, per secoli, gli ambiti esperti della potatura.

Gazzerosse :
ma perché le gazze sono rosse ?

La risposta è nella storia, molto particolare, di un piccolo appezzamento della proprietà dei Di Gregorio ove matura il Pignatello Rosso, ( da uve di perticone nero ) che le golose gazze amano assaggiare.

Ovviamente becchettando e becchettando il perticone nero ecco che il loro manto bianco diventava rosso..

E da qui il nome di "Gazzerosse" ..

Ma torniamo ad oggi.
Andrea Di Gregorio - terzo della generazione - , come del resto tutta la famiglia, ha modernizzato la cantina, ha installato quanto di più tecnologicamente avanzato ora è disponibile, dai sistemi di filtraggio ceramici all'impianto di imbottigliamento in depressione atmosferica.

Ed il prodotto di qualità che ne scaturisce è ben apprezzato e ben accolto dai mercati internazionali.

Insomma , anche in questi tempi difficili, del bicchiere mezzo pieno , Andrea Di Gregorio vede, e sa apprezzare, proprio la sua parte piena.

I vitigni degli oltre 56 ettari sono essenzialmente il Catarratto a bacca bianca ed il Grillo, entrambi decisamente rivalutati dai mercati e non quindi più soli vitigni idonei a produrre dei vini da taglio.

Secondo il Prof. Attilio Scienza ( Università di Milano ) il futuro ideale sarebbe quello di vinificare due diversi cloni di grillo, quello capace di dare spina acida e quello che contribuisce con la struttura.

Ma "le bollicine" hanno sempre più mercato e quindi anche le Gazzerosse hanno una serie di nuovi prodotti in gestazione.

Il prossimo anno, 2017, dovrebbe venire alla luce un passito di Zibibbo e poi, fra il 2020 ed il 2021 una serie di vini fermentati sia con il metodo Champenoise sia con il metodo Charmat.

Ricordiamo che il metodo Champenoise avviene con la fermentazione in bottiglia, mentre il metodo Charmat ( o Martinotti ) avviene in autoclave prima dell'imbottigliamento.

Il futuro delle Gazzerosse ? Ben si può quindi dire "spumeggiante".

Le esportazioni sono in aumento, dalla Cina all'Inghilterra con un occhio magari agli Stati Uniti.
Infine la cantina delle Gazzerosse ha una sua attività culturale di tutto rispetto.

Nella sua sede, in grado di ospitare oltre 700 persone, si tengono concerti, manifestazioni culturali, incontri.



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( Giorgio Comerio )

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