Milano
Chi nega l'enorme emergenza delle orde di africani che si riversano in Italia dalla Libia, nega l'evidenza ed è in malafede.
C'e' un numero che attesta l'escalation dell'emergenza:
i migranti ospitati - a spese dello stato italiano, e cioè dai contribuenti che pagano le tasse - nel "sistema d'accoglienza"
sono balzati dai 104 mila del 2015 ai 170 mila di oggi, determinando proteste di cittadini ed enti locali, dal Nord al Sud,
con interi paesi in rivolta, come Gorino.
Un'invasione provocata da tre fattori:
marginalmente dal flop dei ricollocamenti (fermi a 1.318 rispetto ai 40 mila in due anni che ha imposto
la Ue scatenando la rivolta di molti stati), la difficolta' dei rimpatri degli irregolari
(solo poche migliaia quest'anno dall'Italia) e per ultimo ma in realtà per primo
il rafforzamento dei controlli alle frontiere dei Paesi confinanti, Francia ed Austria in testa.
Francia e Austria si sono stufate di essere invase da clandestini africani e hanno sbarrato
per loro frontiere e valichi, rispedendo in Italia seduta stante - letteralmente -
gli africani intercettati dalle loro polizie ed eserciti provenienti illegalmente dal nostro Paese.
Ma nonostante questo disastro sotto gli occhi di tutti, "la macchina organizzativa dei soccorsi e dell'accoglienza sta funzionando",
ha tenuto a sottolineare il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.
Ed il premier Matteo Renzi e' tornato ad attaccare l'Europa: "noi italiani - ha detto - stiamo cercando di
rimediare ad una situazione molto difficile, la situazione non e' al collasso o fuori controllo.
Ci sono problemi ma si gestisce. Il problema dell'immigrazione lo stiamo affrontando con responsabilita' ma soprattutto
per l'incapacita' dell'Europa di essere solidale".
Solo che "solidale" secondo Renzi significa spalancare le frontiere all'invasione di africani
che non sono affatto profughi, ma gente che vuole arrivare in Europa per ben altri motivi,
che nulla hanno a che vedere con la fuga da guerre e carestie.
Basta guardare le fotografie dei barconi, per capirlo.
E' certo pero' che al Viminale c'e' preoccupazione per gli sbarchi senza fine e per le difficolta'
a reperire soluzioni alloggiative, ovviamente a costo dello Stato italiano,
come se fosse uno dei più ricchi e prosperi al mondo, quando invece è a un millimetro dalla bancarotta.
L'accoglienza imposta da Renzi e dal Pd agli italiani costa infatti ben 100 milioni di euro al mese
in contanti, un miliardo e duecento milioni di euro in un anno.
E si fariferimento alle spese vive, pagate in contanti.
Il costo indiretto supera i 4 miliardi di euro l'anno.
Attualmente all'appello mancano 650 milioni di euro - in contanti - per le associazioni che lavorano
nelle strutture e minacciano di interrompere i servizi.
Il ministero dell'Economia dovrebbe a giorni dare l'ok allo sblocco dei fondi, aumentando ovviamente il debito pubblico già stratosferico.
Una partita complessa e costosa, dunque, aggravata dai continui sbarchi, alla media di oltre 10.000 la settimana.
Sono 2.600 i Comuni che ora accolgono africani - obbligati dai prefetti - ed il piano messo a punto da ministero e
Anci nei giorni scorsi e' quello di estendere questa platea incentivando le citta' ad accettare le presenze di stranieri,
e se non sono d'accordo, ha detto ieri Alfano intervenendo in Parlamento, verrà loro imposto con requisizioni ed espropri
di immobili.
Qualcosa del genere accade nelle dittature.
Per allentare la pressione - acuita dal ripristino dei controlli alle frontiere
che impedisce agli stranieri di lasciare illegalmente l'Italia verso altri Paesi - le strade
su cui puntava il Viminale erano i ricollocamenti dei richiedenti asilo e dei rimpatri degli irregolari.
Ma la prima, ad un anno dal via, si e' rivelata finora un fallimento:
solo in 1.318 sono stati trasferiti in altri Stati che hanno accettato di accoglierli.
Quanto ai rimpatri, quelli europei, auspicati da Alfano, non sono mai partiti.
E l'Italia è sommersa di clandestini e di reati dei quali si rendono responsabili a decine di migliaia.
In tutto il 2015 i rimpatri sono stati 16 mila e quest'anno i numeri sono simili a fronte di 220.000 africani
arrivati coi barconi dalla Libia. Servono accordi bilaterali con i Paesi di provenienza e l'Italia
li ha con Paesi come Egitto, Tunisia, Marocco e Nigeria.
Ma si tratta di procedure lunghe e faticose, che finora non hanno dato risultati soddisfacenti.
E mentre in Italia si è sommersi da clandestini nessuno dei quali ha diritto d'asilo nella Ue e quindi
nemmeno in questo Paese, fintanto che della Ue fa parte, nel Mediterraneo si continua a morire.
Oggi sono stati recuperati al largo delle coste libiche 13 cadaveri ed il bilancio sale a 55 negli ultimi dieci giorni.
Secondo l'Unhcr, sono almeno 3.740 le persone morte e disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo,
poco meno dei 3.771 registrati nel 2015, finora l'anno piu' nero.
Tutti questi morti sarebbero stati evitati se invece di essere condotti in Italia, gli africani sui barconi
fossero stati ricondotti in Libia, nel porto di Tripoli, nella parte di Libia sotto
il governo riconosciuto dalla Ue, dall'Onu, dagli Usa e quindi anche dal governo italiano.
Non c'è e non c'era alcuna ragione per non farlo, perchè quella parte di Libia e sicura e senza guerra,
e inoltre, l'isis è stato sonfitto e cancellato anche dalle zone di Sirte.
Alibi non ce ne sono, la responsabilità per queste stragi di migranti è innanzitutto italiana.
Se non fosse stato alimentato il traffico di esseri umani con "l'accoglienza" tanto cara alla sinistra e
al Pd, tutte quelle vittime in mare non ci sarebbero state.
La verità, per quanto amara, è questa.