CAPITOLO 16

Comincio a pensare come lei ?

Lascio il resto della squadra nell'appartamento vicino la Mole Antonelliana, dove abbiamo pronosticato che avrebbe colpito.

Sanno tutti come comportarsi.
Io vado in Piazza Statuto, ben visibile su una panchina nell'aiuola.

Credo che voglia incontrarmi personalmente per definire una volta per tutte la sfida.
Sono pronto.
La sto aspettando.

Ho indovinato, alle prime ore della sera un Suv Toyota nero arriva a tutta velocità, non ho nemmeno il tempo di estrarre la pistola.

Si apre lo sportello dal lato passeggero e un cadavere viene scaraventato giù, la testa è a parte.
Riparte velocissimo, non ho il tempo di leggere la targa.

Non posso fare altro che avvertire la centrale di rinforzare ovunque i posti di blocco.

E a Torino i Suv neri sono anche troppi.

Il cadavere appartiene ad una giovane donna.

La tecnica è quella che conosciamo ormai molto bene.

Adopera quella specie di garrota in maniera professionale.

È il pensiero indegno che mi viene in mente.
Così ha vinto l'ultima sfida, dopo un mese lasciamo tutti Torino.
Rimangono i posti di blocco ma li ritengo del tutto inutili.

Sarà scomparsa nel nulla come al solito.
A Roma mi offrono una scorta.

La rifiuto, so che sarebbe inutile.

Se il mostro ha deciso di uccidermi prima o poi ci riuscirà.

Non posso passare il resto della mia vita guardandomi le spalle.

Ho perso la partita, tutti l'abbiamo persa.

La sconfitta brucia, inoltre sarà piuttosto difficile convincere Procure, Ministri e opinione pubblica che siamo stati impotenti davanti ad un essere diabolico guidato da voci misteriose provenienti dalla notte dei tempi.

Non potranno che ridere di noi.

Se le storie che sono accadute non fossero così tragiche.