Si annunciano tempi duri per la "scrofa azzoppata", oramai pronta per il giro arrosto e con lo
spiedo infilato sapete bene dove, tanto deve bruciargli non la sconfitta, bensì la debacle
senza precedenti che l'ha travolto insieme a tutti gli altri maiali della fattoria.
Voleva un plebiscito ad personam che lo incoronasse imperatore di paglia in uno stato fantoccio asservito alle più rapaci oligarchie
finanziarie del pianeta e svenduto agli interessi stranieri.
Ha imperversato per mesi dispensando mance e promesse, nella più grande compravendita di voti di
scambio dai tempi della congiura di Catilina.
Ha barato, ingannato, falsificato, giocato sporco per
tutta la partita pur di vincere.
Ha mobilitato i suoi stalkers prezzolati in giro per l'Italia,
schierato gli ausiliari di regime e
mobilitato i balilla di partito, raschiando fino all'ultimo coprolite della fogna di governo.
Lobby di ogni risma, speculatori, banchieri, miliardari, "artisti" a carico organico e permanente d
el disservizio pubblico, organi di propaganda a mezzo stampa, opportunisti e parassiti senza dignità,
legioni di salivanti pennivendoli in cerca di stabile sistemazione a corte, schiere di pomposi "opinionisti" che
non saprebbero nemmeno indicare il proprio ombelico, agit-prop travestiti da giornalisti...
tutti i possibili
apparati di potere si sono messi in marcia, stringendosi a coorte attorno ad un tronfio cialtrone di provincia,
con la faccia da deficiente, per farne a loro ultima speranza di sopravvivenza (tanta deve essere la disperazione!),
magnificandone le gesta e
suonando la fanfara della sua resistibilissima ascesa.