Perché l'economia italiana non cresce? Perché, a dispetto dei media prezzolati che fantasticano di riprese immaginarie,
in un paese che non esiste se non nelle loro narrazioni romanzesche, l'Italia sta entrando (caso unico)
nel settimo anno consecutivo di una crisi senza soluzione?
Forse perché al netto di una classe politica totalmente azzerbinata agli istinti
predatori di un capitalismo selvaggio e (in)opportunamente assistito in conto pubblico,
abbiamo la peggiore casta 'imprenditoriale' del pianeta, a prova di qualunque
rottamazione, merito o ricambio che sia, di cui la "politica" non è altro che supina emanazione
a tutela corporativa di interessi particolarissimi.
Una cosca padronale che detta l'agenda e re-inventa la realtà, a seconda delle proprie convenienze.
Soltanto un mese fa, le proiezioni per l'anno 2017 erano queste...
"In poche settimane [????] lo scenario economico globale è cambiato.
Nuovi fattori si sono materializzati, sebbene alcuni maturassero da tempo.
Per numero e rilevanza costituiscono uno snodo cruciale di una lunga crisi.
In un nuovo contesto il Centro Studi Confindustria (CSC) rivede al rialzo le previsioni per l'Italia."
Contrordine compari!
Abbiamo cambiato idea.
E infatti per il 2017 il mitico C.S.C stima gli investimenti aumenteranno dal 2% al 2,8% entro il mese di
Settembre, insieme alle altre mirabolanti previsioni di una ripresa infallibile:
PIL: +0,8%
Consumi: +1%
Investimenti: +2,1%
Esportazioni: +2,4%
Occupazione: +0,6%
Saldo commerciale: +3,4%
Perché la "ripresa mondiale più solida" ed il "commercio mondiale è in ripartenza".
Le "borse azionarie sono in rialzo", così come i tassi di interesse.
E soprattutto sono stati superati i minimi dell'inflazione (infatti l'Italia è entrata ufficialmente in deflazione come
non accadeva da 60 anni!).
Ma vabbé, non vorrete mica stare a guardare il capello?!?
E cosa di grazia avrebbe provocato un simile miracolo economico?
Udite! Udite!
La causa di siffatto miglioramento sarebbe l'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti (!!).
Gli alfieri del libero mercato, i sacerdoti della "mano invisibile" che tutto regge e tutto regola,
i cantori dello "stato minimo" e del laissez faire, in nome dello spirito salvifico del capitale globalizzato, hanno
disseppellito John Maynard Keynes resuscitato a nuova vita.
Anzi, di più!
Secondo il famigerato Centro Studi di Confindustria, l'organo di propaganda economica
dei padroni delle ferriere, la soluzione della crisi economica è in realtà a portata
di mano grazie ad un piano rivoluzionario, con l'adozione di una sorta di socialismo
di mercato applicato al contrario:
togliere ai poveri per dare ai ricchi;
smantellare l'intero settore pubblico e sfondare i vincoli di bilancio,
per impiegare tutte le risorse statali nel sostegno di un capitalismo assistito,
con l'ovvia distribuzione privata dei profitti, attraverso la socializzazione delle perdite.
Come piatto del giorno, Confindustria 'suggerisce':
1) Maggiori investimenti pubblici, con l'elargizione di maxi incentivi fiscali a carico dello Stato per rinnovare
il suo obsoleto parco industriale fermo agli Anni '70.
2) Politiche di bilancio espansive, da attuare tramite il ricorso a maggior deficit
nella legge di bilancio e allentando i vincoli di stabilità, per rifinanziare il
debito così creato attraverso un tagli radicale dei servizi pubblici e sociali.
3) Ricorso al protezionismo di Stato (magari con l'introduzione di dazi doganali), in
quanto "legittimato grazie alle promesse di Trump" (!).
E alla faccia di quella globalizzazione e fluidità dei capitali con la quale ce l'hanno menata per 20 anni;
quando i padroni ingrassavano come maiali, andando a sfruttare la manodopera schiavizzata
negli angoli più remoti del pianeta, mentre delocalizzavano le produzioni,
invocando la totale assenza di regole e smantellando interi distretti industriali.
E il "popolo"?!? Come diceva il Poeta, er popolo se gratta!
La Patria sta tranquilla;
annamo a colazzione...
E er popolo lontano,
rimasto su la riva,
magna le nocchie e strilla:
- Evviva, evviva, evviva...
-
E guarda la fregata
sur mare che sfavilla.