Credito al galoppo, debiti che lievitano, mercato immobiliare rigonfio.
In Cina ci sono molti degli ingredienti che secondo diversi osservatori pongono consistenti rischi che si possano verificare problemi
con il surriscaldamento dell'economia.
Solo a gennaio, le banche del Dragone hanno elargito prestiti per 2.030 miliardi di yuan, quasi 280 miliardi di euro.
Il doppio di quel che avevano concesso a dicembre e il triplo di novembre.
E' possibile che l'impennata riflettesse la generale aspettative di una imminente stretta da parte delle autorità, che puntualmente
si è verificata sia a livello di Banca centrale, con aumenti dei tassi di interesse, sia tramite interventi restrittivi su altri canali,
volti a moderare la macchina e a evitare spostamenti incontrollati di capitali.
Tuttavia, l'ammontare complessivo dell'indebitamento pubblico e del settore privato in Cina ha raggiunto l'equivalente
del 270 per cento del Pil.
E il continuo ricorso al meccanismo di credito e indebitamento è stato cruciale per mantenere un ritmo di crescita
economica importante, che comunque al 6,7 per cento sul 2016 è stato il ritmo più basso da un quarto di secolo.
Ora che però Pechino sta tirando il freno, dipendere da
''una crescita dopata dal credito espone a rischi di un atterraggio brusco'',
ha avvertito l'agenzia di rating Standard & Poor's. Sulla stessa lunghezza d'onda Fitch, secondo
cui il meccanismo di aumento della spesa pubblica e sviluppo infrastrutturale, tramite grandi imprese finanziate a credito
''non è più sostenibile''
e pone
''gravi pericoli di destabilizzazione''.
E intanto i prezzi degli immobili residenziali sono esplosi e il crack del mercato immobiliare è vicino.
Non solo.
La falsificazione di numerosi bilanci di intere provincie é una realtà, realtà sostenuta da falsi bilanci aziendali.
Il tutto per giustificare inesistenti incrementi di redditività e di benessere a supporto dell'emissione di titoli di debito che sono, a
tutti gli effetti, carta straccia..
