"Le polemiche di questi giorni sui soccorsi in mare sono ignobili".
Lo afferma Emergency che in una nota spiega che
"sono ignobili perche' vengono dal mondo della politica che per primo dovrebbe sentire la responsabilita' di affrontare la
questione delle migrazioni in modo sistematico, aprendo possibilita' sicure di accesso all'Europa, invece che costringere
migliaia di persone a mettere a rischio la propria vita per attraversare il Mediterraneo".
"Sono ignobili perche' colpevolizzano alcuni tra i soggetti che stanno cercando di dare il loro aiuto
nella piu' grande tragedia che l'Europa si e' trovata ad affrontare dal dopoguerra e che,
peraltro, lo fanno in strettissima collaborazione con lo Stato italiano, la Marina e il ministero dell'Interno.
Sono ignobili - prosegue Emegency - perche' ignorano l'urgenza e il dovere morale di salvare delle vite in pericolo
prima di aprire qualsiasi dibattito sui modi e sugli strumenti di accoglienza:
lo scorso anno 5.098 persone sono morte in mare.
Dall'inizio di quest'anno anno sono 1.092".
Bene.
Leggiamo insieme questo articolo:
Quello che ha suscitato più polemiche sono i finanziamenti arrivati dal Governo del Sudan, il cui presidente Omar Al-Bashir
è inseguito ormai dal 2009 da un mandato di cattura internazionale per crimini di guerra e contro l’ umanità commessi durante il conflitto del Darfur.
Il fatto che un’ associazione come Emergency, che si professa indipendente e neutrale e che in passato
aveva rifiutato i finanziamenti della cooperazione italiana per i suoi ospedali in Afghanistan perché il nostro Paese
stava partecipando all’ operazione militare contro i talebani, accetti milioni di euro di contributi dal regime islamista
di Khartoum è cosa che desta da tempo parecchie perplessità.
Ma se si scorre il bilancio 2014 dell’ associazione fondata da Gino Strada, che a favore
del presidente sudanese si era schierato quando era uscito il mandato di cattura
internazionale nei suoi confronti, a colpire è anche la mancanza di dettagli che
riguarda i contributi che arrivano nelle casse dell’ associazione da donazioni di
privati cittadini all’ estero e in Italia oltre che da lasciti e donazioni.
Posto che la presenza dell’ associazione e la realizzazione dei suoi
progetti negli angoli più disastrati del pianeta, dall’Iraq all’Afghanistan,
dal Sudan alla Sierra Leone, fino alla Repubblica Centraficana garantisce un
sostegno importantissimo alle popolazioni locali, e che quindi ricevere contributi economici dai Governi locali
può far parte del gioco...
Ma stupisce che accanto al racconto dettagliato di ciò che il gruppo fa e dei costi che sostiene
per i vari interventi non ci sia la trasparenza su chi sostiene le attività di Emergency.
Se da un lato nel bilancio dell’ associazione, certificato da un organismo indipendente a conferma della serietà del gruppo, viene
illustrato nel dettaglio quanto viene speso per gli interventi nei singoli Paesi, comprese le voci destinate a cancelleria,
carburanti, utenze e attività ricreative, dall’ altro tanta meticolosità va almeno in parte persa quando si parla delle entrate.
Certo, su questa voce di bilancio è possibile sapere che circa un quarto delle entrate arriva dal 5 per mille, che nel 2014 ha fruttato
10.360.132 euro, pari al 26,6% del totale, in calo rispetto agli 11.023.415 euro del 2013.
Opure anche sapere come si compongono le entrate derivate dalle attività commerciali.
Dei 2.313.524 euro di ricavi nel 2014, il 17% è proveniente dall’ attività dei Gruppi territoriali,
il 41% dai negozi di Natale, il 32% circa dai siti di e-commerce.
Quando però si arriva alle donazioni di privati cittadini, che hanno fruttato 7.901.467 euro, ai “lasciti e donazioni in natura”,
dai quali lo scorso anno sono arrivati 2.903.347 euro, e ai 5.998.820 euro che arrivano da privati e persone giuridiche all’ estero,
i dettagli scompaiono.
La più assoluta trasparenza non guasterebbe.
L’ associazione nata nel 1994 per offrire «cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime
delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà», fa infatti della neutralità un valore cardine.
Sapere quali famiglie, gruppi o organizzazioni private la sostengono, contribuendo a un bilancio
che conta complessivamente 38.848.588 euro di contributi, sarebbe utile a dimostrare che quella linea
di imparzialità viene mantenuta a tutti i livelli.
D’altra parte, se si considera la posizione del fondatore di Emergency, Gino Strada, e della sua associazione
rispetto ai fatti più recenti di cronaca, qualche scricchiolio rispetto all’ impegno di indipendenza e neutralità si avverte.
«Vediamo accadere in Europa quello che da anni accade in Afghanistan, in Iraq, in Siria:
le nostre scelte di guerra ci stanno presentando il conto di anni di violenza e di distruzione»,
è stato il commento all’indomani degli assalti nella capitale francese.
Gli assalti e le vittime innocenti sarebbero quindi il prezzo inevitabile delle politiche europee.
Pubblicato dal quotidiano Libero a firma Dino Bondivalli.
A ciò segue quanto mandato in onda da “tvilfattoquotidiano.it”:
"Sono le parole pronunciate a La Zanzara (Radio24) dall’editorialista dell’Unità, Fabrizio Rondolino, che spiega il
contestato tweet, da lui pubblicato sul noto social all’indomani degli attentati a Parigi.
“Su twitter ho scritto che Emergency è un’organizzazione politica antioccidentale mascherata da ospedale ambulante” –
continua –
“e che va isolata e boicottata.
Confermo tutto.
Quando dico che Emergency va boicottata, intendo che non bisogna darle i soldi.
I suoi grandi sponsor come Fabio Fazio?
Ahimè, sono succubi di questa cultura che io definisco ‘terzomondista’, che vorrebbe farci credere che l’Occidente ha un senso di colpa
inestinguibile per cui tutti i mali vengono da noi”.
E aggiunge:
“Chi finanzia Emergency?
Non lo so, vorrei chiederlo a Gino Strada.
Non è indicato:
10 milioni di euro provengono dal cinque per mille, poi ci sono quasi 6 milioni provenienti da
‘privati e persone giuridiche’
e non sappiamo chi sono.
Ci sono altri 5 milioni che vengono da ‘autorità pubbliche estere’.
Mi piacerebbe” – prosegue –
“che Emergency motivasse tutte queste entrate.
Sono tante:
38 milioni di euro, di cui 10 relative al cinque per mille.
Non credo che questi 28 milioni di euro li abbiano raccolti vendendo le spillette.
Vorrei una lista dei finanziatori”.
Nessuna di queste richieste di delucidazioni ha avuto spiegazione.