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ref:topbtw-847.html/ 11 Maggio 2017/A


EUROPOL
Migranti - ONG ed EUROPOL

New York

Se le ONG non vogliono la polizia Italiana a bordo delle loro navi umanitarie, possono imbarcare gli agenti dell'EUROPOL , quelli che operano già da tempo con l'INTERPOL.

Vi sono agenti pure di madre lingua tedesca.

Dovrebbero esserne felici, contenti ed onorati di una simile presenza a bordo, in plancia, in sala radio, al radar.

Perché il costate monitoraggio effettuato dagli agenti della EUROPOL certificherebbe la correttezza delle procedure di intervento.

In caso contrario la collusione criminale é evidente.

Quindi :
sequestro della nave utilizzata per fini illeciti ed apertura di una indagine penale nei riguardi degli armatori e dell'equipaggio.

E sequestro della nave in attesa di un fine indagini e, nel caso di un rinvio a giudizio, di sentenza definitiva .

Che, nel caso di procedimento penale e civile, in Italia arriva dopo 10 - 15 anni a seconda della mole di lavoro dei tribunali !

Ma citiamo quanto già riportato il 4 Marzo su questa testata, con largo anticipo sull'inchiesta di Catania, nel nostro articolo:
"Lo schiavismo dei minori non accompagnati"..

...." E vogliamo ricordare, una volta tanto, che non vi è nessun obbligo di "salvare" i clandestini dai gommoni o dai barconi sovraccarichi ?
Lo spirito della Legge del Mare, quella di salvare i naufraghi, è ben altro.

E si applica in altri casi:
l'utilizzarla per prendere clandestini che non sono mai naufragati da nessuna nave e solo un modo per la delinquenza, di sfruttare la discrezionalità del sistema giuridico accondiscendente.

Ed infatti, a Malta, od in Tunisia, non ci sbarca nessuno..
Perché in quei porti nessuna taxi-nave ci potrebbe sbarcare il suo carico di clandestini.

Perché la Legge, come è noto, si applica ai nemici e si interpreta per gli amici.

Ed, evidentemente, qui in Italia gli "amici" devono essere molto ascoltati..

Lo spirito della Legge del Mare è sempre stato quello di salvare il naufrago della nave che ha preso fuoco, del veliero disalberato alla deriva dopo una tempesta, del naufrago spiaggiato dopo il naufragio della sua nave sugli scogli.

E, sempre, in guerra, del naufrago della nave che affonda perché colpita dal nemico.
Ma si tratta pur sempre di navi con una bandiera, iscritte in un registro navale con un nome, con un numero di indicativo IMO, con una indicazione di proprietà.

Si tratta di navi con un comandante abilitato al suo comando, con un equipaggio preparato ed istruito alla sua conduzione, con a bordo passeggeri che hanno un nome, un cognome, una nazionalità.

E si tratta pur sempre di navi che hanno un armatore, una assicurazione, che hanno una certificazione di stazza ed una abilitazione alla navigazione rilasciata da un registro navale.

Che hanno radio, radar, mezzi di salvataggio collettivi e mezzi di salvataggio individuali.

E se la nave è un mercantile noi conosciamo tutti i nomi dei membri dell'equipaggio, dell'armatore, e l'esatta natura del carico, così come conosciamo i nomi e le nazionalità degli equipaggi dei pescherecci che solcano le acque del Mediterraneo.

E poi, oggi come oggi, vediamo - sul nostro computer di casa - la posizione di qualsasi nave, conosciamo la direzione della rotta, il porto di partenza ed il porto di arrivo... e molto altro.

Nulla a che vedere con gommoni artatamente caricati già a riva in modo da galleggiare appena appena, senza comandante, con un carico di clandestini senza un documento qualsiasi, instabili nel loro assetto, assolutamente inadatti ad una qualsasi navigazione.
Già criminalmente predisposti, fin dalla partenza dalla costa, a naufragare subito dopo.

Gommoni che non avrebbero mai dovuto entrare in acqua, carichi di clandestini che non sarebbero mai dovuti arrivare sulla riva libica per imbarcarsi…

Ed infatti ecco che si dirigono subito verso le taxi-navi che navigano giusto di fronte alla costa, in loro attesa, ben visibili.

Taxi-Navi con bandiere di comodo, taxi- navi teleguidate da ricche organizzazioni umanitarie che , guarda caso, pagano equipaggi, carburante, assicurazione, visite di classe, diritti portuali...."


( Giorgio Comerio )

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