Certamente possiede una insospettata capacità diplomatica e lo ha dimostrato con il vertice di Parigi con il premier libico Fayez Serraj e il generale Khalifa Haftar, e soprattutto ha compiuto un altro passo nella sua campagna per limitare il flusso migratorio in Europa ai rifugiati e fermare i migranti economici.
Flussi che invece l'Italia
col governo Pd imbarca a decine di migliaia, ornai 100.000 da gennaio 2017 ad oggi.
Sì, stiamo parlando di Emmanuel Macron, il nuovo presidente della Francia, che inoltre non smette di stupire.
Ieri ha fatto un altro annuncio-bomba:
"La Francia creerà in Libia da quest'estate degli hotspot",
dei centri per aspiranti richiedenti asilo, ha detto Macron a margine di una visita al centro d'accoglienza per rifugiati
di Orléans questa mattina.
"L'idea è di creare hotspot in modo da evitare che delle persone si assumano folli rischi anche se non sono idonee all'asilo.
Andremo a cercare la gente prima che sbarchi in Europa",
ha affermato.
"Conto di farlo da questa estate e la Francia si muoverà con, o senza l'Europa"
ha scandito Macron senza lasciare spazio a equivoci e fanfaronate tipiche dei governi italiani di questi ultimi anni a guida "democratica".
La scena di oggi dell'annuncio di hot spot francesi in territorio libico a ridosso delle coste ha letteralmente ammutolito la Ue,
dato che il presidente arrivato all'Eliseo sulle note dell'Inno alla gioia, l'inno europeo, non ha precisato come intenda procedere
e cosa intenda esattamente quando dice che lo farà "con o senza l'Europa" ma è apparso chiaro agli ambienti della Commissione europea
- che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni - che avverrà senza chiedere alcun permesso ai potentati Ue annidati a Bruxelles.
Non si sa se il primo ministro libico riconosciuto dall'Onu e l'uomo forte di Tripoli abbiano sottoscritto il progetto
di creare dei centri per "filtrare" i migranti che dalle coste libiche partono alla volta dell'Ue, sbarcando essenzialmente nei porti
sulle coste italiane, tuttavia appare evidente che i due uomini forti della Libia sia d'accordo, altrimenti le loro reazioni negative
sarebbero arrivate immediatamente, cosa che non è accaduta.
I due, invece, al vertice francese hanno promesso un cessate il fuoco.
Dopo l'incontro con al Sarraj ieri a Roma, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni
ha rivelato che il premier libico ha chiesto ufficialmente al governo italiano un
"sostegno tecnico con unità navali italiane nel comune contrasto al traffico di esseri umani da svolgersi in acque libiche"
e il governo italiano sta valutando questa opzione.
Valutazione che però in stile Pd ha tempi lunghi, percorsi contorti, contenuti incerti e contraddittori.
Basti ricordare le parole a vanvera del segretario Pd Renzi che aveva minacciato di "porre il veto" alla continuazione della missione
Ue denominata Sophia per il soccorso ai migranti se la Ue non avesse sbloccato aiuti per l'accoglienza e i rimpatri.
Gli aiuti ovviamente non sono arrivati e neppure presi in considerazione dalla Ue, ma per tutta risposta il governo Pd ha
sottoscritto senza un fiato non solo la continuazione della suddetta missione Sophia che porta in Italia migliaia di africani
la settimana, ma addirittura il suo prolungamento fino al 31 dicembre 2018.
In ogni caso, dopo la figuraccia fatta fare al governo italiano da Macron con il vertice di Parigi al quale non è stato invitato
alcun rappresentante di Palazzo Chigi - e tanto meno il ministro degli Esteri Alfano - all'annuncio di oggi di hot spot francesi
in territorio libico, l'imbarazzo e la costernazione di Gentiloni hanno toccato livelli estremi.
Ha dichiarato:
''Sinceramente noi stiamo alla nostra agenda che ci impegna sul piano dell'accoglienza,
a cui non rinunciamo, che ci vede impegnati a discutere con le Ong una serie di regole e che ci vedrà nei
prossimi giorni impegnati con un passo ulteriore di assistenza alle autorità libiche per il controllo del loro territorio''.
Di fatto, l'intera azione del governo Pd riassunta da Gentiloni ormai è lettera morta, alla luce della svolta che
la Francia ha annunciato con gli hot spot.
Addio "accoglienza" sbandierata dal PD e subita dagli italiani.
Ed addio lungaggini, pastoie e affari sporchi sui migranti, adesso la mossa di Macron ha messo il governo PD con le spalle al muro.
Infatti, se Gentiloni risponderà positivamente alla richiesta libica di inviare la marina militare italiana anche in acque
territorali della Libia per fermare i barconi dei trafficanti di africani verso l'Italia, la marina militare dovrà ricondurli
a riva dove gli hot spot francesi saranno pronti a selezionare chi è profugo da chi è migrante economico e quindi oltre il 90% rimarrà in Libia.
Se invece Gentiloni dirà no, allora creerà un grosso problema diplomatico non solo con la Francia ma con tutta la UE, che come si sa
non accetta migranti economici ma solo profughi, per dare loro asilo in Europa.
E l'annuncio del presidente francese Macron è stato accolto positivamente dalla Lega.
"La Francia annuncia che realizzerà in Libia degli 'hot spot', dei centri di accoglienza per identificare gli immigrati e
valutare chi ha i requisiti per essere considerato rifugiato e per partire e chi invece è irregolare e non può venire in Europa."
È quello che la Lega chiede ai Governi del Pd da quattro anni, senza mai essere ascoltati da Renzi e da Gentiloni, o dal loro ministro Alfano"
ha affermato Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord.
"Adesso - aggiunge - finalmente ci arriva Macron, che da solo sta risolvendo l'emergenza libica e forse sta trovando una soluzione
per chiudere la rotta mediterranea.
Meno male che non tutti sono in perenne letargo come Renzi, Alfano e Gentiloni.
Intanto la Francia punta a prendersi il petrolio libico, sta nazionalizzando i suoi cantieri navali e invece l'Italia
si deve tenere 600mila immigrati dopo aver fatto il lavoro sporco...".
Esattamente quanto accaduto.
Redazione