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Attuazione...con qualche ritardo ?
Il governo sostiene di aver raggiunto gli interventi richiesti dal Pnrr per la fine del 2022.
Ma in diversi casi i criteri definiti per il loro completamento non risultano soddisfatti.
Una situazione poco trasparente, che ora starà all’Ue valutare.
A fine dicembre l’Italia ha inviato all’Ue la richiesta per la terza rata di finanziamento.
In base al nostro monitoraggio ci sono 14 scadenze Ue su 55 che non possono essere considerate completate.
Finora la commissione ha valutato con flessibilità l’operato dell’Italia sul Pnrr.
È da capire se manterrà questa linea anche col governo Meloni.
Al di là del processo di verifica, si evidenziano ancora gravi mancanze in termini di trasparenza, che ostacolano le attività di monitoraggio.
Il 30 dicembre l’Italia ha inviato a Bruxelles la richiesta per ricevere la terza tranche di risorse
del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Ogni sei mesi la commissione europea controlla che i paesi abbiano conseguito le scadenze europee previste.
In caso di verifica positiva, vengono inviati i finanziamenti.
Ma sono stati davvero completati tutti i target e milestone previsti?
Dalla nostra attività di monitoraggio sembrerebbe di no.
14 su 55 le scadenze europee che al 4 gennaio 2023 risultano ancora non completate, sul totale di quelle previste
per il secondo semestre del 2022.
L’incompletezza di molte di queste scadenze può essere spiegata da motivi legati alle tempistiche burocratiche
e amministrative e ai loro difetti.
È il caso per esempio dell’assenza di decreti in gazzetta ufficiale o della mancata adozione di decreti attuativi.
Evidenze che, va sottolineato, sono comunque gravi perché bloccano l’entrata in vigore e l’attuazione degli interventi previsti.
Ma ancora più grave è il caso di quelle scadenze che richiedevano l’effettiva realizzazione di infrastrutture o interventi.
E che non abbiamo considerato conseguite perché non è accessibile alcun documento che dimostri l’avvenuta esecuzione delle azioni previste.
In particolare parliamo dei seguenti interventi:
sostegno al potenziamento delle strutture di sicurezza T1 (cybersicurezza).
La scadenza prevedeva la realizzazione di almeno 5 interventi, ma a oggi sono disponibili solo le graduatorie dei progetti selezionati;
attuazione delle attività previste nel piano di potenziamento dei centri per l’impiego (Pes).
Doveva essere effettuato almeno il 50% delle attività previste, ma dalle fonti non risulta;
realizzazione da parte dei distretti sociali di almeno un progetto di ristrutturazione degli spazi domestici e/o di fornitura di dispositivi
Ict alle persone con disabilità.
Anche in questo caso, doveva essere completato almeno un progetto per distretto (500 in tutto), di cui non c’è alcuna traccia;
nuovi posti letto negli alloggi per studenti.
In questo caso addirittura c’è un avviso pubblico ancora aperto.
I meccanismi di verifica per il conseguimento delle scadenze
Facciamo un passo indietro:
più di un anno fa, a dicembre 2021, l’Italia ha sottoscritto con la commissione europea un accordo operativo (operational agreement).
Tale documento – necessario per avviare i processi di richiesta e rilascio dei fondi Pnrr – riporta per ciascuna scadenza europea del piano,
i requisiti necessari a dichiararne il completamento.
È proprio in base a questi meccanismi di verifica, che la commissione dovrebbe accertare la realizzazione o meno degli interventi in agenda.
( Redazione -. Openpolis )
Link
https://www.openpolis.it/perche-non-possiamo-dire-che-litalia-ha-completato-tutte-le-scadenze-ue-del-pnrr/
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