ref:topbtw-3583.html/ 23 Gennaio 2023/A
In massima parte è gestita dalle organizzazioni mafiose e conta un volume d’affari annuo stimato in 40 miliardi di euro, pari a oltre
il 2 per cento del nostro Pil[1].
Stiamo parlando dell’economia criminale riconducibile alla Mafia Spa che, a titolo puramente statistico, presenta in Italia
un “giro d’affari” inferiore solo al fatturato di GSE (Gestore dei Servizi Energetici), di ENI e di ENEL[3].
Sono dati, quelli relativi alle attività economiche criminali, che sono certamente sottostimati, in quanto non siamo in grado
di dimensionare anche i proventi ascrivibili all’infiltrazione di queste organizzazioni malavitose nell’economia legale.
A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
No all’economia illegale dentro il Pil
Se a parole tutti siamo contro le mafie, nelle azioni concrete non sempre è così.
Infatti, è quanto meno “imbarazzante” che dal 2014, l’Unione Europea, con apposito provvedimento legislativo[4] consenta a tutti i
paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali:
come la prostituzione, il traffico di stupefacenti ed
il contrabbando di sigarette[5].
“Grazie” a questa opportunità, nel 2020 (ultimo dato disponibile) abbiamo “gonfiato” la nostra ricchezza nazionale di 17,4 miliardi di
euro (quasi un punto di Pil)[6].
Una decisione eticamente inaccettabile:
da un lato lo Stato combatte e contrasta le mafie, dall’altro riconosce a queste organizzazioni criminali un ruolo attivo
di “portatori di benessere economico”.
In buona sostanza è come se sul piano statistico ammettessimo che anche una parte dell’economia illegale riconducibile a Mafia Spa
è “buona e accettabile”;
insomma, una componente “positiva” della nostra ricchezza nazionale[7].
Spesa pubblica e corruzione terreno fertile per Mafia Spa
Come dimostrano gli studi citati precedentemente, a livello territoriale la presenza più diffusa delle organizzazioni economiche criminali
si registra nel Mezzogiorno, anche se ormai molte evidenze altrettanto inquietanti segnalano la presenza di queste realtà illegali nelle
aree economicamente più avanzate del Centro-Nord.
La letteratura specializzata evidenzia che, storicamente, i territori dove l’economia locale è fortemente condizionata dalla spesa pubblica ed
il livello di corruzione della pubblica amministrazione è molto elevato sono più vulnerabili dal potere corruttivo delle mafie.
Induttivamente è possibile riconoscere un’area geografica più a rischio di un’altra, anche dal riscontro di una elevata presenza di reati spia.
Nei territori dove il numero di denunce all’autorità giudiziaria per estorsione/racket, usura, contraffazione, lavoro nero, gestione illecita
del ciclo dei rifiuti, scommesse clandestine, gioco d’azzardo, etc. è molto alto, la probabilità che vi sia una presenza radicata
e diffusa di una o più organizzazioni criminali di stampo mafioso è molto elevata…
LINK a tutta la notizia:
https://www.cgiamestre.com/la-mafia-spa-fattura-40-miliardi-lanno/
( CGIA Mestre )
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