ref:topbtw-3676.html/ 10 Maggio 2023
Per le PMI... Non aiuti e semplificazioni ma scartoffie e costi supplementari per consulenze inutili.. .
Le bislacche imposizioni di chi non ha mai prodotto, rischiato, intrapreso un bel nulla...
Anche le micro e piccole imprese per ottenere il credito da una banca, la possibilità di stipulare una polizza con una assicurazione, partecipare a
un bando pubblico o lavorare come subfornitore per un grande committente, oltre alla qualità della produzione, agli aspetti
economici e finanziari dovranno dimostrare anche la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG).
Alle piccolissime realtà imprenditoriali, questo nuovo adempimento lo sta imponendo l’Unione Europea, un obbligo, ricordiamo,
che è già in vigore per le società quotate in borsa e per le grandi imprese.
“Nei prossimi anni – segnala il Presidente della CGIA Roberto Bottan – banche, investitori e istituti di credito garantiranno maggiori
finanziamenti e a tassi più convenienti solo alle imprese che saranno in grado di rendicontare gli impatti ESG, premiando la
loro vocazione alla sostenibilità ambientale.
Un tema, quest’ultimo, che ormai è diventato di grande attualità e sempre più presente anche nella gestione aziendale
delle nostre piccolissime realtà, ma estremamente difficile da misurare”.
Per non lasciare “soli” tantissimi artigiani e altrettanti piccoli imprenditori, la CGIA sta mettendo a punto
uno strumento ad hoc, ovvero un questionario, in grado di testare la sostenibilità ambientale dei piccoli produttori.
Grazie alla collaborazione instaurata dalla CGIA con IMQ eAmbiente srl di Porto Marghera, nei giorni scorsi si è conclusa la prima fase di questo progetto; ovvero la messa a punto di un questionario composto da poco meno di un centinaio di domande che spaziano dal business, alle certificazioni ambientali, dalla gestione del personale, ai rapporti con il territorio, dai fornitori sino all’innovazione tecnologica.
Il questionario si suddivide in due capitoli:
il primo, di carattere generale, interessa tutte le micro attività;
il secondo, invece, è declinato per settore.
In questa fase sperimentale sono state prese in considerazione 4 aree produttive:
il manifatturiero, i servizi alla persona, l’edilizia e l’alimentare.
La seconda fase di questo progetto, invece, partirà a breve.
Dopo aver individuato e formato oltre una dozzina di imprese, lo strumento di valutazione verrà tarato/modificato/integrato sulla base delle
specificità che emergeranno dalle risposte al questionario che verranno date da queste aziende-pilota, affinché quest’ultimo sia in grado
di valutare correttamente le performance ESG e gli eventuali percorsi che l’impresa dovrà seguire per migliorarle.
Al termine di questa seconda fase, che dovrebbe chiudersi nel prossimo autunno, sarà pertanto disponibile uno strumento di
certificazione standardizzato che consentirà alle piccolissime imprese, una volta superato il test, di presentarsi, ad esempio,
allo sportello di una banca con tutte le carte in regola per ottenere un prestito a tasso molto agevolato.
( Uff. Studi CGIa Mestre / Redazione )
SCRIVI: IL TUO COMMENTO
- Today' NEW contacts -
I lettori di questa pagina sono: