ref:topbtw-3681.html/ 18 Maggio 2023
I PAPERONI D’ITALIA ABITANO A LAJATICO (PI)
In passato spesso erano separati da più di mille chilometri, poiché il primo stava al Nord e l’ultimo nel Mezzogiorno.
Oggi la situazione non si è capovolta, ma rispetto ad un tempo è comunque cambiata.
La distanza, ad esempio, si è accorciata e, attualmente, è inferiore ai 500 chilometri, poiché il comune più ricco d’Italia, Lajatico
(provincia di Pisa), si trova nel Centro Italia, mentre quello più povero, Cavargna (provincia di Como), è situato ai confini con la Svizzera.
Questa situazione è riconducibile al fatto che i 985 contribuenti residenti a Lajatico nel 2021 hanno dichiarato un reddito complessivo
Irpef medio pari a 54.708 euro, i 94 presenti nel borgo di Cavargna, invece, solo 6.314 euro.
A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha analizzato i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiti
alle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef del 2021.
Un Paese, il nostro, che essendo lungo e stretto presenta, anche dalla lettura delle dichiarazioni dei redditi dei propri contribuenti,
differenze molto marcate con segnali di “impoverimento” che purtroppo interessano anche il Nord:
tra i 50 comuni più “poveri” del Paese, ad esempio, ben 11 sono del settentrione. Nella stragrande maggioranza dei casi stiamo parlando
di piccolissime realtà di montagna che hanno vissuto negli ultimi 30-40 anni lo spopolamento e un progressivo invecchiamento
della popolazione rimasta.
Milano comunque rimane il comune capoluogo di provincia più ricco d’Italia con 37.189 euro;
praticamente il doppio dei 18.706 euro dichiarati a Ragusa.
Visti i limiti del centralismo che hanno sicuramente contribuito a “dividere” il Paese, non è da escludere che con
una decisa accelerazione verso l’autonomia differenziata, in tempi ragionevolmente brevi si potranno accorciare
le distanze economiche/sociali tra il Nord e il Sud, ma anche tra i territori ricchi e quelli poveri presenti in una stessa regione.
Dalla CGIA ricordano che va comunque sottolineato che questi dati non includono i redditi dei soggetti a imposta sostitutiva
o esenti da tassazione diretta (come gli interessi sui redditi di capitale e i redditi realizzati applicando il regime fiscale forfettario)
e da eventuali integrazioni (reddito di cittadinanza, assegno unico, pensioni di invalidità, etc.).
Ovviamente, in questa statistica non sono compresi nemmeno gli effetti del lavoro sommerso e dell’evasione fiscale che nelle aree
più disagiate del Paese spesso costituiscono un vero e proprio “espediente” per sostenere economicamente in particolar modo le fasce sociali più deboli…
( Uff. Studi CGIa Mestre / Redazione )
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