ref:topbtw-3697.html/ 27 Luglio 2023
Il governo risponde alle interrogazioni solo quando non può farne a meno
L’attuale esecutivo fa registrare il dato più alto delle ultime legislature per quanto riguarda la risposte agli atti di sindacato ispettivo presentati dal parlamento.
Se però escludiamo le interpellanze urgenti e le interrogazioni a risposta immediata lo scenario muta notevolmente.
Il governo Meloni ha risposto al 34,2% degli atti di sindacato ispettivo presentati dal parlamento.
È il dato più alto considerando gli esecutivi delle ultime 3 legislature.
Considerando esclusivamente gli atti che non comportano una risposta immediata però l'attuale esecutivo scivola all'ultimo posto (14%).
Gli atti ispettivi non urgenti presentati dall'inizio della legislatura sono 1.867.
Il governo ha risposto a 261.
Tra i ministeri più "efficienti" giustizia, famiglie ed esteri.
Ci sono 4 ministeri, tra cui quello dell'economia, che non hanno risposto a nessun atto ispettivo non urgente.
Discutere e approvare le leggi è – almeno sulla carta – la principale attività del parlamento.
Ma la produzione normativa non è l’unica prerogativa delle camere.
Tra le funzioni non legislative svolte da deputati e senatori rientra infatti anche la presentazione dei cosiddetti atti di sindacato ispettivo.
Come interrogazioni e interpellanze, che servono a indagare l’operato del governo.
L’esecutivo infatti deve sempre rendere conto al parlamento del proprio operato, in virtù del rapporto fiduciario che lo lega a quest’ultimo
e senza il quale sarebbe costretto alle dimissioni.
Questi atti hanno un importante valore politico, dato che permettono ai parlamentari di portare all’attenzione del governo
ma anche dell’opinione pubblica fatti ritenuti importanti, anche per il proprio elettorato.
Nel corso del loro mandato, deputati e senatori presentano moltissimi atti di questo tipo.
Con la conseguenza che spesso i governi non riescono a dare seguito a tutte le richieste di chiarimento.
Considerando complessivamente tutti i tipi di atti ispettivi possiamo osservare che l’attuale esecutivo presenta il tasso di risposta
più alto tra quelli delle ultime 3 legislature.
In netto aumento, peraltro, rispetto all’ultima volta che ci siamo occupati di questo tema.
34,2% le risposte fornite dal governo Meloni agli atti di sindacato ispettivo del parlamento.
Oltre al fatto che si tratta comunque di un valore relativamente basso, tale indicatore deve essere interpretato.
Infatti la situazione cambia molto se dal conteggio escludiamo le interpellanze urgenti e le interrogazioni a risposta immediata.
Quelle situazioni cioè in cui l’esecutivo non può sottrarsi dal rendere conto del proprio operato.
Se analizziamo le risposte ad atti ispettivi non urgenti infatti il governo Meloni scivola agli ultimi posti nel confronto con i suoi predecessori.
Le risposte degli esecutivi alle domande del parlamento
Negli ultimi anni ci siamo abituati a vedere esponenti del governo presentarsi alle camere per rendere comunicazioni e informative.
Si tratta di atti dovuti da parte del governo che si svolgono in particolari occasioni.
Solo per fare un esempio, lo scorso 5 luglio la ministra per il turismo Daniela Santanché si è recata in aula per chiarire
la sua posizione a seguito del servizio della trasmissione tv “Report” che la riguardava.
32 le comunicazioni, informative e relazioni rese dal governo Meloni alle camere dal suo insediamento.
Si tratta però di un numero estremamente limitato di interventi rispetto a tutti gli atti di sindacato ispettivo presentati dal parlamento.
Camera e senato infatti hanno a disposizione diversi strumenti che, in teoria, dovrebbero servire per ottenere informazioni
dal governo su fatti di particolare interesse pubblico.
Si tratta delle interrogazioni e delle interpellanze.
Questi atti possono essere suddivisi in ulteriori categorie.
Ci sono quelli a risposta scritta, quelli a risposta orale, quelli presentati e svolti in commissione e quelli svolti invece in assemblea.
Ci sono poi quelli che prevedono un’interlocuzione diretta tra governo e parlamento (come le interrogazioni a risposta immediata e le
interpellanze urgenti) e altri invece in cui la replica dell’esecutivo può essere differita nel tempo (come le interrogazioni a risposta scritta).
( Redazione - Openpolis )
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