ref:topbtw-3760.html/ 30 Ottobre 2023
Come in molti paesi d’Europa, anche in Italia le differenze salariali a livello territoriale sono importanti.
Nel 2021, ad esempio, la retribuzione media lorda annua dei lavoratori dipendenti italiani occupati nel settore privato
nella Città Metropolitana di Milano era di 31.202 euro, a Palermo, invece, di 16.349 euro.
Praticamente nella capitale economica del Paese un ipotetico lavoratore dipendente medio due anni fa percepiva
il 90 per cento in più di un collega occupato nel capoluogo regionale siciliano.
Tuttavia, se il confronto viene eseguito con la provincia calabrese di Vibo Valentia, ultima nel Paese per retribuzione media
lorda annua (11.823 euro), il salario del dipendente meneghino era addirittura superiore del 164 per cento.
La retribuzione media italiana, invece, ammontava a 21.868 euro.
Gli aspetti emersi dall’elaborazione eseguita dall’Ufficio studi della CGIA su dati INPS ripropongono una vecchia questione:
gli squilibri retributivi presenti tra le diverse aree del nostro Paese, come, ad esempio, tra Nord e Sud, ma anche tra le aree urbane e quelle rurali.
Questione che le parti sociali hanno tentato di risolvere, dopo l’abolizione delle cosiddette gabbie salariali avvenuta nei primi
anni ’70 del secolo
scorso, attraverso l’impiego del contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL).
L’applicazione, però, ha prodotto solo in parte gli effetti sperati. Le disuguaglianze salariali tra le ripartizioni geografiche
sono rimaste perché nel settore privato le multinazionali,
le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie/assicurative/bancarie che – tendenzialmente riconoscono
ai propri dipendenti stipendi molto più elevati della media – sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord.
Le tipologie di aziende appena richiamate, infatti, dispongono di una quota di personale con qualifiche professionali sul totale
molto elevata (manager, dirigenti, quadri, tecnici, etc.), con livelli di istruzione alti a cui va corrisposto uno stipendio importante.
Infine, non va nemmeno scordato che il lavoro irregolare è diffuso soprattutto nel Mezzogiorno e da sempre questa piaga sociale
ed economica provoca un abbassamento dei salari contrattualizzati dei settori (agricoltura, servizi alla persona, commercio, etc.),
ubicati nelle aree interessate da questo fenomeno.
Tuttavia, se invece di comparare il dato medio tra aree geografiche diverse lo facciamo tra lavoratori dello stesso settore,
le differenze territoriali si riducono e mediamente sono addirittura più contenute di quelle presenti in altri paesi europei.
Pertanto, possiamo dire che in Italia le disuguaglianze salariali a livello geografico sono importanti, ma, grazie a un preponderante ricorso
alla contrattazione centralizzata, abbiamo differenziali più contenuti rispetto agli altri Paesi.
Per contro, la scarsa diffusione in Italia della contrattazione decentrata – istituto, ad esempio, molto diffuso in Germania – non consente
ai salari reali di rimanere agganciati all’andamento dell’inflazione, al costo delle abitazioni e ai livelli di produttività locale,
facendoci scontare anche dei gap retributivi medi con gli altri paesi molto importanti…
(Redazione)
Link
https://www.cgiamestre.com/busta-paga-a-milano-e-del-90-piu-pesante-che-a-palermo/
La chiosa dell'Editore...
La scoperta.. dell'acqua calda..
Ovviamente Milano è molto costosa : affitti, vita in generale, trasporti..
Solo il riscaldarsi in casa a Milano costa molto ma molto di più che a Palermo..
Per non accennare a Domodossola, Torino, Como, Varese, Trento, Bolzano, Treviso, Aosta..
Anche determinate derrate alimentari sono molto più costose a Milano che a Palermo.
Ovviamente Milano offre più opportunità di trovare un lavoro decentemente retribuito di quanto puo' offrire Palermo.
Ma, per i giovani, Milano resta un'ottima opportunità..
Per i pensionati invece Palermo e la Sicilia, come pure il resto del Sud Italia, resta la migliore opportunità per una vita a basso costo..
E questo è il vantaggio dell'Italia:
infatti i migranti del sud italia, terminata la vita lavorativa a nord, quasi tutti tornano al sud, felici pensionati nella
loro terra di origine, fra vecchi amici e ritrovando il profumo della gioventù e pure antichi sapori.
( Editore )
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