ref:topbtw-4070.html/ 22 Luglio 2024/A
Il 21 settembre 1924 il re d'Italia inaugurò un'opera stradale rivoluzionaria per l'epoca:
tutte le strade veloci, a pagamento, si sono ispirate a quel progetto innovativo sia nella tecnica di costruzione che nella gestione.
Ideata solo tre anni prima, ci vollero poi quindici mesi per completarla e fu inaugurata dal re:
serviva al collegamento tra Milano e le zone turistiche circostanti.
Quando nel 1911 Piero Puricelli comprò la settecentesca villa Manzi – Fè di Lomnago, provincia di Como (ma ora Comune di Bodio Lomnago e provincia di
Varese), si rese contro che andava ad abitare in una cattedrale nel deserto.
Infatti da lì poteva raggiungere Azzate e quindi Varese o Milano solo su carrarecce tortuose e malmesse, il che contrastava con la sua idea
di velocità e di una viabilità adatta al nuovo mezzo di trasporto: l’automobile.
Ideò allora una strada larga e diritta, col fondo liscio adatto alle ruote gommate, che collegasse la sua villa di Lomnago con Azzate, evitando
tutti i paesi:
era un’idea rivoluzionaria, in quanto fino a quel momento, a costo di curve e controcurve, le strade dovevano obbligatoriamente toccare tutti i paesi,
rendendo difficoltoso e allungando il percorso.
Realizzò così, interamente a sue spese e non senza traversie d’ogni tipo, questa strada, che è quella che ancora oggi percorriamo
quando da Azzate si va a Lomnago:
i lavori durarono circa un anno e si conclusero, come detto, nell’ottobre del 1921.
L’idea funzionò, anche i paesi scavalcati furono soddisfatti in quanto, eliminato il traffico di transito, con semplici raccordi potevano
anche loro raggiungere l’arteria principale.
Volendo poi esagerare, la massicciata fu realizzata con pietrisco compresso, sul quale vennero spalmati più mani di bitume.
Era la prima strada nata asfaltata in Italia (la prima strada coperta sperimentalmente in asfalto era stata realizzata in Romagna).
Fu a questo punto, realizzato il “peduncolo” per raggiungere più velocemente Azzate, che Puricelli si pose però il problema di raggiungere
Milano più celermente.
E fu qui che spuntò l’idea di un percorso diretto – perfettamente rettilineo fino a Gallarate – che unisse Milano con i laghi, con terminale
a Vergiate-Sesto Calende (per il Lago Maggiore) e a Como (per il Lario).
Il problema però erano i costi, che non potevano ovviamente essere sborsati di tasca propria dal Puricelli:
l’ingegnere ebbe l’idea di non gravare sullo Stato anticipando sì i costi ma rientrando dell’investimento con un pedaggio,
grazie ad una concessione cinquantennale.
Era nata così l’idea di una strada diritta e veloce, riservata alle sole automobili e a pagamento.
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