ref:topbtw-4077.html/ 29 Settembre 2024
ed altro ancora...
Nel 2011 Kamala Harris, alla guida della sua auto per le strade di San Francisco, avrebbe investito e ferito gravemente una ragazzina di 13 anni
per poi fuggire senza prestare soccorso.
La clamorosa notizia è apparsa online il 2 settembre 2024 sul sito di un presunto media locale:
KBSF – San Francisco News.
Nell’articolo è presente anche un servizio video in cui una donna in sedia a rotelle afferma di chiamarsi «Alisha Brown» e
di essere la persona investita tredici anni prima dall’attuale vicepresidente degli Stati Uniti e candidata democratica alle prossime
elezioni presidenziali.
Brown descrive precisamente la dinamica dell’incidente e il punto esatto dove è accaduto («all’angolo tra Post Street e Jones Street»).
Nel servizio una voce fuori campo afferma che la donna «a seguito dell’incidente, ha riportato lesioni al bacino, alle costole e alla spina dorsale».
Vengono mostrate anche due lastre delle ferite riportate come prova del racconto.
Sarebbe stato uno scoop mondiale, se non fosse che tutta la storia è in realtà un’invenzione.
Come documentato e verificato da diversi progetti di fact-checking statunitensi e internazionali, la notizia è totalmente infondata:
non esiste prova dell’esistenza di una donna residente a San Francisco di nome «Alisha Brown», la polizia della città californiana ha detto
che non ci sono riscontri di incidenti per l’anno 2011 nel luogo indicato dalla donna nel video e le immagini delle lastre mostrate nel servizio
non hanno alcun legame con la (falsa) scena descritta:
una è stata fatta nel 2010 in un ospedale nella provincia di Jiangsu, in Cina, e un’altra si trova in un articolo del 2017 pubblicato
su una rivista medica pediatrica.
Anche il sito, dove la notizia falsa è comparsa, in realtà non è reale:
KBSF – San Francisco News (che ora risulta non più attivo) è stato creato due settimane prima della diffusione dell’articolo e la società
– indicata nel sito come proprietaria – non esiste.
La falsa notizia su Kamala Harris e «Alisha Brown» è diventata comunque virale su più social media (e in più lingue),
anche grazie a vari influencer di destra statunitensi con migliaia di follower (in particolare su X), complottisti e profili
filo-russi che le hanno permesso di ottenere milioni di visualizzazioni.
( Redazione )
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