ref:topbtw-4251.html/ 8 Giugno 2025
Quello che ci apprestiamo a trascorrere è il primo fine settimana del 2025 liberi dalle tasse.
Infatti,
secondo l’annuale elaborazione compiuta dall’Ufficio studi della CGIA, ieri è scoccato, ovviamente in linea puramente teorica,
il giorno di liberazione fiscale o, come lo chiamano negli Stati Uniti, il tax freedom day.
In altre parole, dopo ben 156 giorni dall’inizio di quest’anno, sabati e domeniche compresi, il contribuente medio ha terminato
di lavorare per pagare l’armamentario fiscale italiano che, in particolare, è costituito dall’Irpef, dall’Ires, dall’Irap, dall’Iva,
dalle addizionali, dai contributi previdenziali, dalle tasse locali, etc.
Versamenti che sono necessari per far funzionare la macchina pubblica: per consentirci, ad esempio, di essere curati
da una struttura ospedaliera quando ci ammaliamo, di andare a scuola/università durante l’età giovanile,
di disporre ogni giorno di trasporti pubblici rapidi ed efficienti e di vivere serenamente perché la sicurezza personale e delle nostre famiglie
è garantita dalla presenza delle forze dell’ordine.
Insomma, dopo oltre cinque mesi in cui la nostra attività lavorativa è servita per onorare le richieste del fisco, da ieri e sino
al prossimo 31 dicembre ciascun italiano eserciterà la propria professione per vivere e per migliorare la propria condizione economica.
Un puro esercizio di scuola, tiene a precisare la CGIA, che però ci consente di misurare in maniera del tutto originale il peso
fiscale che grava sugli italiani.
La metodologia di calcolo
Come si è giunti a stabilire che il 6 giugno è il giorno di liberazione fiscale del 2025?
La stima del Pil nazionale prevista per l’anno in corso è di 2.256 miliardi di euro;
tale importo è stato suddiviso per 365 giorni, ottenendo così un dato medio giornaliero di 6,2 miliardi di euro.
Dopodiché, sono state estrapolate le previsioni relative alle entrate tributarie e contributive che i percettori
di reddito verseranno quest’anno che dovrebbero ammontare a 962,2 miliardi di euro.
Infine, quest’ultimo dato è stato frazionato al Pil giornaliero.
Pertanto, queste operazioni hanno consentito all’Ufficio studi della CGIA di determinare il tax freedom day che nel 2025 cade dopo 156
giorni dall’inizio dell’anno, vale a dire il 6 giugno.
Negli ultimi 30 anni meno tasse con Berlusconi.
Al top con Monti/Letta
Se analizziamo l’andamento della pressione fiscale registrato negli ultimi 30 anni, il meno “soffocante” fu il 2005.
Con Silvio Berlusconi alla guida dell’esecutivo, la pressione fiscale in Italia scese al 38,9 per cento del Pil, 3,8 punti in meno della soglia
prevista per quest’anno.
Diversamente, il picco massimo l’abbiamo toccato nel 2013, quando con il governo del Prof. Mario Monti che, però, dalla fine di aprile fu rimpiazzato da Enrico Letta, il carico fiscale complessivo sul Pil toccò il 43,4 per cento (vedi Tab. 1).
La pressione fiscale non scende
Nel Documento di Economia e Finanza del 2025, si stima una pressione fiscale per l’anno in corso del 42,7 per cento;
un livello in lieve aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al dato del 2024.
Tuttavia, è necessaria una puntualizzazione:
va ricordato che la Legge di Bilancio 2025 ha sostituito la decontribuzione a favore dei lavoratori dipendenti con una analoga misura
che combina gli sconti Irpef con il “bonus” a favore delle maestranze a basso reddito.
Mentre la decontribuzione si traduceva in minori entrate fiscali-contributive, il “bonus” (che vale circa 0,2 punti percentuali di Pil) viene contabilizzato come maggiore spesa e quindi sfugge alla stima della pressione fiscale.
Pertanto, se tenessimo conto di questo aspetto, nel 2025 la pressione fiscale sarebbe destinata a diminuire,
sebbene di poco, attestandosi al 42,5 per cento.
In questo caso il giorno di liberazione fiscale verrebbe anticipato di un giorno, di conseguenza i giorni di lavoro necessari
per pagare le tasse sarebbero 155…
( Ufficio studi CGIA )
Link:
https://www.cgiamestre.com/e-il-primo-weekend-senza-tasse/
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