ref:topbtw-4254.html/ 13 Giugno 2025
"L'attenzione è tutta per l'uso dei droni nella guerra in Ucraina dove provocano morti e distruzioni sottovalutando profondamente gli effetti,
non meno devastanti, dell'impiego dei droni-fattorini per rifornire i detenuti di droga, telefonini e in passato anche di armi".
Lo sottolinea il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo e il delegato Garau Gianluca che aggiungono:
"nel carcere di Rebibbia si è verificato l'ennesimo caso di trasporto di droga con droni che avrebbe dovuto raggiungere alcuni detenuti.
La polizia penitenziaria ha intercettato e sequestrato quattro chili di hashish prima che raggiungessero i destinatari.
Siamo di fronte ad un utilizzo senza precedenti dei droni da parte della criminalità organizzata che trova impreparata la nostra
Amministrazione Penitenziaria con il rischio che dal cielo arrivino anche armi, un rischio assolutamente da scongiurare.
La soluzione immediata - aggiunge Di Giacomo - è quella di formare la polizia penitenziaria a gestire questi fenomeni.
Importante, infatti, è la presenza di un nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell'utilizzo e nella gestione dei droni.
Ciò sia a livello preventivo che dissuasivo verso il verificarsi di questi fenomeni.
Come già accade all'estero è indispensabile insieme alla formazione degli agenti fornire strumenti appropriati a contrastare questi fenomeni come
i disturbatori di frequenza che potrebbero essere impiegati per evitare che i droni operino nelle strette vicinanze delle carceri".
Per Di Giacomo "è a dir poco singolare l'interesse della politica si concentri su un decreto, quella sicurezza,
destinato con nuovi reati introdotti ad accrescere il sovraffollamento mentre, fatta eccezione per qualche comunicato di circostanza,
si ignorano del tutto le problematiche di emergenza acuta che vivono il personale penitenziario ed i detenuti".
( Redazione )
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