ref:topbtw-4326.html/ 15 Settembre 2025
Ogni giorno migliaia di lavoratori attraversano il confine tra Lombardia e Canton Ticino.
Il traffico cresce in strada e in ferrovia, saturando le infrastrutture disponibili.
Ecco come si potrebbe fare per risolvere questo problema che sta peggiorando anno dopo anno.
# L’esodo quotidiano verso il Ticino
Sempre più italiani vanno in Svizzera ogni giorno per recarsi al lavoro.
Molti hanno scelto di andare a viverci.
Il flusso di frontalieri verso il Ticino si mantiene infatti costante sopra le 78mila unità, con valori che oscillano solo lievemente trimestre
dopo trimestre.
A questa mobilità si aggiungono i passeggeri che ogni giorno scelgono il treno:
la compagnia transfrontaliera TILO ha registrato 22,8 milioni di viaggiatori nel 2023, con un incremento del 19% rispetto all’anno precedente
e oltre il doppio del 2016.
La crescita si è confermata nel 2024 con più di 24 milioni di utenti.
Decisivo l’impatto di AlpTransit e della galleria di base del Ceneri, che in 7 minuti collega due versanti alpini riducendo
i tempi di percorrenza.
Nonostante questi progressi, i treni risultano saturi nelle ore di punta e la congestione autostradale continua
a penalizzare la mobilità tra Milano e Lugano.
Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione?
# L’idea di una metropolitana transnazionale Milano-Lugano:
6 fermate lungo 64 km
Per risolvere questo problema si potrebbe pensare ad un’infrastruttura più rapida, frequente e puntuale:
una metropolitana da Milano a Lugano.
Il tracciato potrebbe prevedere fermate intermedie a Seregno, Como, Chiasso, Mendrisio e Paradiso, con percorrenza in gran parte
sotterranea nei centri urbani e in trincea o superficie nei tratti meno critici, sfruttando magari nuovi binari paralleli a quelli
della Milano-Como.
L’obiettivo sarebbe garantire un servizio cadenzato con standard paragonabili a una metro urbana:
tempi certi, accessibilità immediata e coincidenze dirette con le linee suburbane milanesi.
L’esperienza di TILO dimostra la fattibilità di un modello transfrontaliero con macchinisti dotati di doppia licenza, superando le rigidità
di confine.
Separare i flussi locali da quelli a lunga percorrenza consentirebbe di liberare tracce per l’alta velocità e stabilizzare
la regolarità dei convogli.
L’integrazione trasformerebbe così l’asse Milano-Lugano in un corridoio metropolitano.
# La nascita di una macro-area europea
L’attivazione di una metro transnazionale collegherebbe tre poli con funzioni economiche complementari:
Milano è il quinto agglomerato europeo per prodotto interno lordo, con circa 228 miliardi di euro, trainato da moda, finanza, tecnologia e design.
Como è un distretto manifatturiero del lusso, con esportazioni tessili e dell’abbigliamento vicine a 1,8 miliardi nel 2023, ma è anche una
capitale turistica legata al lago, frequentata dal jet set internazionale e sede di residenze di divi di Hollywood.
Lugano è un hub della finanza globale, con banche e wealth management che contribuiscono a un settore che in Svizzera pesa circa il 9% del PIL.
Nel solo Canton Ticino i servizi generano oltre tre quarti del valore aggiunto.
L’integrazione delle tre città darebbe vita a un’area metropolitana avanzata, con un mercato del lavoro europeo,
maggiore attrattività per investimenti e una filiera turistica e culturale integrata. Un sistema con pochi equivalenti nel continente.
# Chi e come potrebbe essere finanziata l’opera
Il principale ostacolo è rappresentato dalle risorse disponibili in Italia, spesso dirottate su opere già cantierabili,
come avvenuto con lo spostamento di fondi della M4 verso l’estensione della M5 fino a Monza.
Sul fronte svizzero lo scenario è più favorevole:
l’Ufficio federale dei trasporti ha recentemente approvato il finanziamento di una nuova linea ferroviaria notturna tra Basilea,
Copenaghen e Malmö, esempio di come Berna sostenga con continuità progetti internazionali.
A rendere possibile tutto questo è la solidità del sistema bancario elevetico:
oltre 9.200 miliardi di franchi di patrimoni privati e istituzionali depositati
oltre 770 miliardi tra oro e valuta estera di riserve complessive della Banca nazionale svizzera.
A questo si aggiunge una condizione monetaria che rafforza la possibilità di finanziamento:
i tassi di riferimento
della Banca nazionale svizzera sono oggi allo 0%, con la prospettiva che possano tornare in territorio negativo come già accaduto fino al 2022.
In questo quadro la metro Milano-Lugano potrebbe trovare spazio come grande opera “presa a prestito”, sostenuta cioè da capitali
reperibili a costo nullo o addirittura negativo, integrando fondi federali, risorse europee e contributi regionali.
Una governance bilaterale garantirebbe tempi certi e ripartizione equilibrata dei costi, condizione necessaria per avviare i cantieri.
( Redazione )
La chiosa dell'editore.
Come sempre..
Milano in prima linea..
SCRIVI: IL TUO COMMENTO
- Today' NEW contacts -
I lettori di questa pagina sono: