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ref:topbtw-4364.html/ 8 Nov. 2025


SUD ITALIA


PIU' PENSIONATI che LAVORATORI..

- IL RICHIAMO del RISPARMIO..


Per fortuna che il Sud c'é..

Molti pensionati del nord hanno parenti al sud..

Per fortuna, perché possono ripopolare case ed appartamenti abbandonati anni fa con l'esodo dei giovani alla ricerca di un lavoro, del loro futuro..al Nord.

Ed ora si godono il caldo, risparmiano salate bollette per un riscaldamento controllato e contingentato..

Ed i lombardi evitano pure il folle divieto di accendersi il caminetto con quattro legnetti ragranellati pulendo il sottobosco oppure raccolgiendoli per strada nelle aree dismesse e riempite solo di mondezza..

Quindi nulla di male.. anzi..molto bene..

Paura per la mancanza di manodopera ? Di artigiani ?
I pensionati sono sempre pronti a lavorare, ben pagati, s'intende.
E portano esperienza e tranquillità al datore di lavoro: difficilmente scioperano..

Certamente al Sud il pagare un'ora di lavoro solo 2 euro e 50 centesimi, al massimo tre euro, sarà una abitudine che dovrà finire ma...
Proprio pagando tre euro all'ora poi i prezzi dei servizi e dei prodotti sono .. cinesi.

Insomma il pensionato, per vivere e per sopravvivere, in Italia, emigra al Sud..

Con un buon servizio sanitario, pur sempre gratuito, e con tanti parenti e vecchi amici, di contorno..
Insomma, quando parli al medico, al farmacista, lui ti capisce; quando sei in ospedale trovi sempre un parente, un vecchio amico, che ti controlla casa..

Un antibiotico, un esame del sangue, una TAC, un intervento chirugico, una ecografia, una PET nucleare, una radiografia, una colonscopia, un trapianto, etc..:
ancora gratis o quasi, e, se i tempi stringono, presso i centri diagnostici privati non sono costi impossibili..
Ed i tempi di attesa ..quasi nulli..
Il pronto soccorso dell'ospedale ti accglie gratuitamente, 24 ore su 24..

Rompersi un braccio, una gamba, avere una colica, una emorragia, all'estero ?
Non è certo gratis..

Molto meglio il nostro Sud che Portogallo, Spagna, Paesi dell'Est, Tunisia, Isolette varie calde e lontane.. dove poi, in emergenza, manco ti capiscono quando parli.

Ed ecco che il flusso di ritorno al Sud, dopo la corsa al lavoro, al Nord.. si ingrossa..

Che ben vadano i pensionati al sud: portano ricchezza, saggezza, tranquillità, benessere, e ridanno pure nuova vita ad immobili abbandonati ed ammuffiti.

E magari danno pure una mano ed un insegnamento ai giovani del posto: esperienze e consigli preziosi dopo una vita passata.. al Nord.

Ed infine, magari pure , una nuova vita nella politica della città, della regione, del Sud..

( Gi.Com.)


Il sorpasso è avvenuto già da alcuni anni: nel Sud e nelle Isole il numero delle pensioni erogate è nettamente superiore a quello dei lavoratori.

Nel 2024, infatti, a fronte di 7,3 milioni pensioni pagate, avevamo poco più di 6,4 milioni di occupati.

Il Mezzogiorno è l’unica ripartizione geografica del Paese che presenta questo squilibrio.

La regione con il disallineamento più marcato è la Puglia che registra un saldo negativo pari a 231.700 unità.

Ad eccezione della Liguria, dell’Umbria e dalle Marche, invece, le regioni del Centro-Nord mantengono un saldo positivo che si è rafforzato, grazie al buon andamento dell’occupazione avvenuto negli ultimi 2/3 anni.

Dalla differenza tra i contribuenti attivi (lavoratori) e gli assegni erogati ai pensionati, spicca, sempre nel 2024, il risultato della Lombardia (+803.180), del Veneto (+395.338), del Lazio (+377.868), dell’Emilia Romagna (+227.710) e della Toscana (+184.266).

La segnalazione giunge dall’Ufficio studi della CGIA.

Bisogna contrastare il lavoro nero

Con sempre più pensionati e un numero di occupati che, tendenzialmente, dovrebbe rimanere stabile, nei prossimi anni la spesa pubblica è destinata ad aumentare.

Nel giro di poco tempo queste dinamiche potrebbero compromettere l’equilibrio dei conti pubblici e la stabilità economica e sociale dell’Italia.

Per frenare questa tendenza è fondamentale ampliare la base occupazionale, facendo emergere i tanti lavoratori in nero presenti nel Paese, incrementando, in particolare, i tassi di occupazione dei giovani e delle donne che, in Italia, restano tra i più bassi d’Europa.

Entro il 2029 tre milioni lasceranno il posto di lavoro

Nel breve periodo, purtroppo, la situazione è destinata a peggiorare, anche al Centro-Nord.

Tra il 2025 e il 2029, infatti, si stima che poco più di 3 milioni di italiani lasceranno il posto di lavoro.

Di questi ultimi, infatti, 2.244.700 (pari al 74 per cento circa del totale) riguarderanno persone che lavorano nelle regioni centro settentrionali (vedi Tab. 2).

Questi dati non lasciano alcun dubbio:
nel giro di qualche anno assisteremo a una vera e propria “fuga” da scrivanie e catene di montaggio, con milioni di persone che passeranno dal mondo del lavoro all’inattività con conseguenze sociali, economiche ed occupazionali di portata storica per il nostro Paese.

Lo sanno bene gli imprenditori che già adesso faticano a trovare personale disponibile a recarsi in fabbrica o in cantiere.

Figuriamoci fra qualche anno, quando una parte importante dei cosiddetti baby-boomer lascerà l’occupazione per raggiunti limiti di età…


Link.
https://www.cgiamestre.com/nel-sud-piu-pensioni-che-lavoratori-attivi

( Ufficio studi CGIA )


L'ITALIA che NON MUORE....


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